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hillebrand funerale

VERBANIA – 22.02.2019 – Uno stuolo di camelie rosa e bianche

sopra il feretro e nell’aria le note del Requiem di Mozart. È stato un omaggio all’arte, alla cultura e alla bellezza, valori che ha incarnato e che ne hanno pervaso la lunga esistenza, l’ultimo saluto a Piero Hillebrand. In tanti stamane hanno affollato la sala del commiato del tempio crematorio pallanzese dedicando al maestro floricoltore scomparso l’altro ieri sera a 89 anni un pensiero e una parola affettuosa. Il suo addio è stata una sobria cerimonia laica, un evento in linea con il carattere dell’uomo, schivo e modesto, come ha ricordato l’avvocato Antonio Pinolini, evocando le frasi che era solito ripetere: “Sono un modesto agricoltore, vivo tranquillo a casa mia, non mi interessa la gloria, amo il mio mestiere”.

Un mestiere di cui è stato maestro. Il signore delle camelie –così può a ben diritto essere ricordato– è stato un profondo conoscitore di fiori e piante, un innovatore, un uomo di scienza e di cultura. L’ha ben ricordato Gianfranco Giustina, capogiardiniere dei Borromeo alle Isole insignito di numerosi premi internazionali. “Non me ne voglia nessuno, ma credo fosse colui che coltivava meglio di tutti. Le sue serre erano un tripudio di fiori e di bellezza e il prodotto finale di una qualità estrema. I suoi fiori erano venduti in Italia e all’estero. E quando il settore, con l’avvento degli olandesi, andò in crisi, capì che il mercato chiedeva altro e ripiegò sulle camelie. Fu il primo negli anni ’70 a riprodurle per talea: diede inizio a una nuova epoca della floricoltura. È stato il papà delle camelie. Di lui ho ricordi di momenti eccezionali”.

Alla cerimonia c’erano i principali floricoltori della zona, che hanno beneficiato e che beneficiano tuttora dei suoi certosini studi di classificazione dei cultivar, anche quelli rari o che si credeva scomparsi, come la camelia “Gloria del Verbano” che ritrovò tra i cespugli della villa Ducale di Stresa.

L’omaggio è arrivato anche dal di là del lago. Dal sindaco di Laveno Mombello, Ercole Ielmini, lontano parente per via di mamma che custodisce gelosamente i ricordi d’infanzia delle visite alle serre Hillebrand. Sua anche la firma del rinnovato lungolago di Pallanza, realizzato dopo gli eventi alluvionali degli anni ’90. “L’ho conosciuto venticinque anni fa in quell’occasione – ha detto, commossa, l’ex assessore Rita Nobile –, in un progetto che andava oltre le magnolie e che fece anche discutere. Quando passate davanti a quella passeggiata ricordatevi di lui, ci quei colori e profumi che ha voluto, della poesia con cui guardava le piante”.