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VERBANIA – 28.02.2019 – Probabilmente non si arriverà alla resa dei conti,

ma il clima è molto teso e gli attriti latenti rischiano di esplodere. È il tema dei rifiuti –in special modo dei rincari che si profilano all’orizzonte per famiglie e imprese– ciò che agita i sonni dei sindaci del Vco e che, di conseguenza, scalda l’imminente campagna elettorale. Oggi alle 17 al Tecnoparco, preceduto alle 16 dalla riunione del ristretto comitato di controllo analogo di ConSerVco e alle 16,30 di quello del Consorzio rifiuti, si tiene l’assemblea dei soci (tutti i 74 sindaci della provincia) del Consorzio. All’ordine del giorno c’è l’elezione del nuovo cda. Il presidente uscente Roberto Gentina, con le novità introdotto nello statuto, non può più essere eletto. Sarà sostituito da un sindaco/assessore/consigliere comunale ancora da individuare. Ma all’ordine del giorno c’è anche la vicenda di Prato Michelaccio, cioè del diniego della Provincia al rinnovo dell’autorizzazione allo stoccaggio dei rifiuti; e la polemica di Verbania, che ha lanciato dure accuse contro l’ente provinciale annunciando la volontà che ConSerVco ricorra al Tar.

Ma il problema più rilevante, che non è all’ordine del giorno dell’assemblea –ma del controllo analogo di ConSer, sì– proprio per volontà del presidente del Consorzio e su pressione del sindaco verbanese Silvia Marchionini, è il budget 2019. La municipalizzata dei rifiuti per il servizio di raccolta e smaltimento, preso atto di alcuni rincari nelle tariffe di conferimento, ha chiesto ai soci (i Comuni) di sborsare più denaro, che i primi cittadini dovrebbero esigere, tramite la Tari, dai cittadini. L’aumento iniziale era attorno al 7%. Dopo alcune trattative si sarebbe dovuto attestare a +5,7%, ma un accordo non c’è perché Verbania s’è messa di traverso. “Dopo cinque anni in cui ho ridotto le tasse non voterò alcun aumento della tassa rifiuti – ha detto categoricamente Marchionini, che negli ultimi giorni in prima persona, tramite lettere e in incontri con Consorzio e ConSer, ha ribadito il proprio no –. Il budget non è all’ordine del giorno, né è obbligatorio che lo sia adesso. Capisco le ragioni per cui si chiedono più soldi ma c’è anche un’opportunità nel farlo…”.

Ancor più netto, a questo proposito, è il presidente Gentina. “Pende una trattativa e stiamo lavorando per ridurre il budget – spiega –. La gestione operativa di ConSerVco va ottimizzata ma non è mai stata fatta una seria riorganizzazione, anche sui costi del personale”.

Quella di Marchionini e Gentina è una presa di posizione forte, che scarica in parte le responsabilità su ConSer e, di conseguenza, anche sul suo amministratore unico, l’ingegner Alberto Gagliardi che proprio Marchionini, nel 2016, aveva insediato al posto di Biagio Bonfiglio spaccando il fronte dei sindaci (anche di quelli del Pd) e forzando la mano. L'approvazione di un budget al rialzo è un tabù a poche settimane dal voto. Né è una soluzione rinviarlo a giugno o oltre, anche perché i comuni che non l'hanno ancora fatto devono approvare il proprio bilancio e il piano tariffario della Tari.