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fabbriche s maurizio

SAN MAURIZIO D’OPAGLIO - 04-03-2019 - Il programma di “Triangolazioni di pensiero”, rassegna che fa interagire tre spazi (Casa Fantini, il Museo del Rubinetto ed il Teatro degli Scalpellini, a diversa vocazione sulla riviera occidentale del lago d’Orta) sabato 2 marzo è entrata nel vivo con la sezione memorie dal territorio. Ad intrattenere il folto pubblico presente è stato Fabio Valeggia, noto ricercatore locale ed ideatore del progetto “Accendiamo la Memoria” con la conferenza “Se l’area buona dentro mi manca”, incentrata sulla storia di fabbriche e di lavoro dal novarese al Cusio. Dopo i saluti del direttore di Ecomuseo Andrea Del Duca e di Franco Acquaviva, Teatro delle Selve,  è iniziata la conferenza snodandosi attraverso il racconto di alcuni grandi stabilimenti che hanno permesso l’evoluzione industriale di Borgomanero, Gozzano e zone limitrofe con molti aneddoti e documenti rari presentati con grande maestria da Valeggia. Si è iniziato con la torcitura di Borgomanero sia il cosiddetto “Fabbrichin” per poi analizzare il “Fabbricon”, di quest’ultimo oggi non rimane alcuna testimonianza urbanistica in quanto soppiantato dalla costruzione di un recente ipermercato. L’attenzione poi si è spostata sulla storia di Bemberg dalla nascita del nome in Germania all’arrivo a Gozzano nel 1925 e già nel 1930 contava più di mille dipendenti. Ovviamente la storia dell’azienda si lega alle problematiche ambientali, denunciate per la prima volta dalla studiosa Rina Monti, la rinascita con Ortalion, e la lavorazione del filo di nylon giunto in Italia durante la seconda guerra mondiale utilizzato dagli alleati americani, sino a giungere ai primi scioperi e poi al declino degli ultimi anni. Altre aziende ricordate sono state: la “Moto Galloni”, il Maglificio Alliata e la Società Idroelettrica del Pellino, che permise nei primi anni del 1900 l’arrivo della corrente elettrica nel basso cusio e novarese.

Samuel Piana