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ospedale castelli
GHIFFA – 08.04.2015 – Nessuna polemica, nessuna richiesta di confronto diretto. Sulla sanità i sindaci del Verbano giocano di rimessa e scelgono una linea “neutra” nella diatriba sulla salita in Ossola del governatore Sergio Chiamparino, puntando sul loro primo cavallo di battaglia: la medicina territoriale.

Ieri sera a Ghiffa si sono ritrovati i primi cittadini del Verbano che, fin dallo scorso ottobre, all’esplodere della guerra dei territori sulla futura sede del Dea, hanno trovato unità d’intenti più che nella difesa del reparto – che comunque è il primo obiettivo – nella proposta di un progetto alternativo, la cosiddetta medicina territoriale. Nelle ultime settimane la proposta caldeggiata dal medico cannobiese Antonio Lillo ha preso forma ed è su questa che il Verbano punterà venerdì pomeriggio nell’incontro alla Fabbrica di Villadossola. Sarà lo stesso Lillo a illustrare a Chiamparino, all’assessore alla Sanità Antonio Saitta, al vicepresidente Aldo Reschigna e ai tecnici dell’assessorato le linee guida del progetto che si pone come il “New Deal della salute del Vco”.

Già in fase avanzata, in 14 pagine il dossier sintetizza l’idea di mettere insieme i medici di medicina generale e di creare luoghi di cura aperti sei giorni la settimana e otto ore al giorno (salvo il sabato), che sostituiscano Dea e pronto soccorso nelle operazioni di assistenza che non richiedono interventi di urgenza. Rafforzando personale medico e infermieristico, investendo nelle strutture e potenziando il servizio si vogliono creare piccoli centri autosufficienti che assorbano i bisogni ordinari dei pazienti.

Nessun riferimento, dunque, al tema più generale, cioè che cosa accadrà con il declassamento di un Dea e quale area territoriale verrà penalizzata. Che fosse una linea scomoda, destinata ad acuire lo scontro e perdente contro la forza (di numeri e di piazza) dei sindaci dell’Ossola supportati da Omegna, lo si era capito subito, all’indomani della rappresentanza dei sindaci nella quale il primo cittadino di Verbania, Silvia Marchionini, se ne andò in dissenso coi colleghi che votarono all’unanimità (quattro voti a zero) per il Dea a Domo. Da allora sul Verbano si naviga a vista, sottotraccia, senza alimentare tensioni con l’Ossola ma anche con la Regione, che non s’è ancora pronunciata e che non lo farà dopodomani, con buona pace del Verbano, disposto ad aspettare e a insistere con la “sua” riforma di medicina territoriale.