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VERBANIA – 20.03.2019 – Dalla provincia di Napoli

al Vco per una rapina da 7.150 euro. Sono tutti di origine campana, compreso il “basista” individuato in un piccolo imprenditore edile residente a Cesara, i quattro uomini che i carabinieri hanno arrestato ieri con l’accusa di aver rapinato, lo scorso 3 dicembre, l’ufficio postale di Nonio.

L’Arma li considera veri e propri pendolari del crimine, che hanno organizzato il colpo come se fosse un lavoro e che l’avrebbero forse fatta franca se uno di loro non fosse stato incauto nel non indossare guanti. È infatti da un’evidente impronta rilevata sul bancone dalla Scientifica del Nucleo investigativo di Verbania che i Ris di Parma sono risaliti all’identità di Nunzio Amato, 24 anni, pregiudicato di Torre Annunziata. Partendo da lui, individuato come uno dei due autori materiali della rapina a mano armata (entrambi i malviventi impugnavano una pistola), gli uomini gli ordini del maggiore Stefano Covolo hanno individuato gli altri complici. A iniziare da Maurizio Esposito, napoletano di 44 anni, ritenuto l’organizzatore del colpo. Pregiudicato con precedenti specifici per rapina, era alla ricerca di un’occasione. A trovargliela, nonostante fosse agli arresti domiciliari a Ottaviano (in provincia di Napoli), è stato Angelo Annunziata, classe 1971, l’intermediario che l’ha messo in contatto col basista, il 63enne Angelo Moccia. Carpentiere originario di Nola, da dieci anni vive nel Cusio, dove lavora in proprio nell’edilizia, settore in cui ha conosciuto anni addietro Annunziata. Incensurato e insospettabile, Moccia s’è prestato a ospitare i due rapinatori.

Il colpo

Dall’analisi dei tabulati telefonici, delle immagini della videosorveglianza e anche grazie a intercettazioni ambientali, i carabinieri hanno ricostruito le fasi precedenti e successive la rapina. I due napoletani sono saliti dalla Campania a Cesara il 29 novembre in auto (una Fiat 500 L). Moccia li ha tenuti con sé sino alla mattina del 3 dicembre, quando il furgone della Mondialpol ha consegnato al piccolo ufficio postale 15.000 euro per le esigenze di cassa di inizio dicembre: pensioni e tredicesime. La direttrice e unica operatrice di sportello ha messo la metà della somma nella cassaforte temporizzata e sul bancone, sotto alcuni faldoni, ha lasciato 7.150 euro. I due rapinatori sono entrati pistola in mano e con il volto coperto da una bandana. Hanno saltato al volo il bancone –lasciando anche l’impronta rivelatrice– e le hanno intimato di consegnare tutto il denaro. Poi, prelevato quanto era disponibile, se ne sono andati. Alla richiesta di aiuto rivolta dalla direttrice al 112, i carabinieri hanno risposto in poco tempo, disponendo posti blocchi e isolando il luogo. Operazioni risultate inutili, perché dei rapinatori non è stata trovata traccia. Il motivo? I due erano tornati nella casa dell’artigiano, a Cesara, dove hanno atteso il tardo pomeriggio per tornare a Napoli. Esposito guidando l’auto, Amato prendendo il treno ad Arona, dove ad accompagnarlo è stato il presunto basista.

Le indagini, coordinate dal pm Laura Carrera, si sono chiuse in meno di tre mesi e hanno portato il gip del tribunale di Verbania Elena Ceriotti a emettere quattro ordinanze di custodia cautelare per i reati di rapina aggravata in concorso e porto illegale d’arma in concorso. Ieri mattina una ventina di carabinieri, di cui sette da Verbania, hanno eseguito i provvedimenti, perquisendo le abitazioni degli arrestati senza trovare armi o denaro. I tre campani si trovano nel carcere di Poggioreale. Il cusiano nella casa circondariale di Pallanza, in attesa dell’interrogatorio di garanzia. In casa aveva tre proiettili da 9 mm non autorizzati per il cui possesso sarà denunciato.