TORINO – 23.03.2019 – Sulla carta sono
17 milioni ma, di questi, 3 sono già stati versati. È “robusto” sul piano economico e, soprattutto, provvidenziale per l’ente che così eviterà il dissesto, l’assegno che la Regione Piemonte pagherà alla Provincia del Vco per chiudere il contenzioso legale sulla specificità montana già incardinato in un ricorso al Tar. È questa la strada, che sta a metà tra l’accordo politico e l’escamotage burocratico, che il vicepresidente regionale Aldo Reschigna e il presidente del Vco Arturo Lincio hanno percorso per garantire le risorse necessarie a un ente agonizzante, i cui amministratori a gennaio avevano di fatto già deciso di dichiarare il dissesto, salvo poi ravvedersi sull’onda soprattutto della vibrante protesta dei creditori e in scia all’apertura di credito data proprio da Torino.
Con l’approvazione del Consiglio regionale e con la pubblicazione ufficiale sul Bollettino ufficiale l’accordo può dirsi ormai definito. Un accordo che riconosce al Vco 3 milioni per le annualità 2015, 2016 e 2017. A questi nove milioni se ne aggiungeranno 4 per il 2018, di cui 3 già anticipati per compensare le difficoltà di cassa della Provincia, e altri 4 nel 2019.
La firma dell’accordo avverrà entro fine marzo. Di questa intesa il presidente Lincio ringrazia pubblicamente l’avvocato Carlo Crapanzano, giudice di pace a Verbania e consulente legale per la Provincia che “con un lavoro infaticabile e discreto” – così Lincio, ha limato i dettagli con il legale della Regione Giuseppe Piccareta.
La sopravvivenza finanziaria dell’ente potrà presto godere anche di parte dei soldi dei canoni idrici finora sempre trattenuti da Torino. Delle rilevanti somme che i proprietari di centraline idroelettriche versano annualmente, almeno il 60% - così ha previsto il governo Conte con un legge caldeggiata dall’esponente novarese del M5S Davide Crippa – andrà da Roma a Verbania. Si tratta di una partita da circa 6-8 milioni.