DOMODOSSOLA- 17- 09- 2015- Lo scorso luglio il presidente del Vco Stefano Costa
ha scitto una lettera al Governo italiano richiedendo un intervento forte e autoverovole di messa in mora del Governo Centrale Elvetico col fine do ottenere una presa di posizione di quest’ultimo sul Governo Ticinese per l'odiosa campagna denigratoria nei confronti dei frontalieri. Oggi è arrivata la risposta di due ministri, che chiariscono come gli impegno elvetici vadano in questa direzione: “Gentile Presidente- scrivono i ministri Paolo GentiIoni Pier Carlo Padoan- abbiamo preso atto di quanto comunicato con la sua cortese lettera del 4 luglio scorso, con cui ha voluto portare alla nostra attenzione le note problematiche relative alle migliaia di lavoratori frontalieri italiani, nell'interesse dei tanti connazionali provenienti anche dalla Provincia che Ella presiede. Come saprà, il Ministero dell'Economia e delle Finanze, che conduce il negoziato fiscale con Berna, ha fortemente ribadito le nostre posizioni a difesa dei diritti dei lavoratori frontalieri italiani. Posizioni, queste, ugualmente sostenute dal Ministero degli Esteri, come evidenziato anche in occasione della recente convocazione deir Ambasciatore svizzero da Lei ricordata. Dall'azione condotta dal Governo italiano è scaturito, come Lei forse saprà, un serrato confronto tra le autorità federali e quelle del Ticino, essendo Berna ben consapevole della natura discriminatoria delle misure adottate dal Cantone e della violazione da parte delle stesse del principio della libera circolazione delle persone, sancito nell'Accordo sottoscritto dalla Svizzera con l'Unione Europea. Riteniamo pertanto di poter assicurare, anche con riferimento all'iter del negoziato fiscale in corso, che il Governo italiano continuerà nell'impegno assunto a tutela dei diritti dei frontalieri, avendo come obiettivi la cessazione degli atti di discriminazione da parte dei Cantoni e la tutela degli interessi dei nostri territori di confine. Gli impegni assunti con la Svizzera vanno in questa direzione, prevedendo il testo attualmente in discussione che il nuovo Accordo sulla tassazione dei frontalieri cessi immediatamente i suoi effetti (con ritorno alle disposizioni del vecchio accordo), ove la Confederazione adotti in futuro una legislazione più restrittiva, non compatibile con l'Accordo Svizzera-UE sulla libera circolazione delle persone”.