VERBANIA – 01.04.2019 – Che sia stato lui,
nonostante abbia risarcito di 200 euro la danneggiata, non c’è alcuna prova. Senza testimoni diretti del fatto, né atti utilizzabili dalla Procura per condannarlo, il giudice, con il benestare del pm e l’approvazione della parte offesa, l’ha mandato assolto. Danneggiamento aggravato, in parole semplici un atto vandalico, era l’accusa mossa dalla Procura di Verbania a un anziano di 85 anni ritenuto responsabile di aver bucato lo pneumatico di una vicina di casa di 27. I due, che vivono in un piccolo centro del Cusio, si conoscono da sempre e la giovane, che ha 58 anni di meno e potrebbe essere sua nipote, l’ha avuto accanto sin dalla nascita. I rapporti sono sempre stati buoni sino al maggio del 2017 quando, rincasata dopo il lavoro, la vicina parcheggiò la sua vettura nel posteggio pubblico antistante l’ingresso del vicino, che un tempo era stallo per carico e scarico di un negozio ora chiuso e che oggi è adibito alla sosta disabili in quanto l’anziano è in precarie condizioni di salute. Una volta in casa ricevette su whatsapp il messaggio vocale di un’altra vicina che, mentre usciva per un impegno, passando davanti alla vettura dell’amica sentì il sibilo di uno pneumatico che si sgonfiava ravvisando nelle vicinanze la presenza dell’anziano. La gomma, in effetti, era stata tagliata sulla spalla, all’esterno. Sul posto giunsero il carroattrezzi per prelevare l’auto e i carabinieri per prendere la denuncia, dalla quale è nato un processo per danneggiamento. Non ho nulla da reclamare – ha detto al giudice la parte offesa, riferendo che l’irritazione dell’anziano potrebbe essere stata per l’utilizzo di quel posteggio che, davanti a casa sua, considerava quasi come se fosse di proprietà. Una circostanza, questa, ammessa anche dal diretto interessato ai carabinieri ma non utilizzabile in aula perché resa senza gli “avvisi” dati a chi rilascia dichiarazioni autoindizianti. Per sua fortuna nessuno è stato testimone oculare del danneggiamento ed è stato assolto con la formula del dubbio, come chiesto dal pm e come anche auspicato dalla parte offesa.