VERBANIA – 18.09.2015 – Se sarà assolto dovrà dire grazie
a un barattolo di gelato. È a un cilindro di plastica colorato che un tempo conteneva mezzo chilo di gelato al gusto pesca e vaniglia che Dante Zanellato s’appella per spiegare che non colpì il vicino di casa con un falcetto, come sostiene l’accusa e il pubblico ministero Anna Maria Rossi. Oggi Zanellato è comparso in tribunale a Verbania per rispondere dell’accusa di lesioni aggravate, con l’aggravante costituita dall’arma, un falcetto appunto. Con questa avrebbe colpito, nel culmine di una lite di vicinato il 4 luglio del 2013, Gian Carlo Massera, vicino di casa in un condominio di Trobaso, che nella colluttazione riportò una ferita al capo giudicata guaribile in una decina di giorni.
Secondo quanto testimoniato in aula dalla moglie dell’imputato, Silvana Mantovan, quella ferita fu provocata dal barattolo di gelato che, appena estratto dal freezer, fu lanciato all’indirizzo del vicino, che venne colpito alla testa. Nel delineare questa tesi l’avvocato difensore, Alberto Pelfini, ha chiesto che al fascicolo del dibattimento fosse allegata come prova il barattolo di gelato pesca-vaniglia. Il giudice Rosa Maria Fornelli ha accettato e ha consegnato al cancelliere l’oggetto che, a tutti gli effetti, è diventata una prova del procedimento, aggiornato al 6 novembre.
Per quell’episodio dell’estate di due anni fa esiste anche una querela di Zanellato a Mantovan che, essendo riferita a un reato minore (le lesioni senza aggravante) è di competenza del giudice di pace, dove il processo non è neanche iniziato.