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VERBANIA – 08.04.2019 – Un anno, un mese

e dieci giorni per lesioni. È questa la pena che il Tribunale di Verbania ha stabilito per l’aggressione con arma da taglio per la quale, lo scorso 22 marzo, fu arrestato il 58enne verbanese Maurizio Rossi. A lui la polizia arrivò raccogliendo, al Dea dell’ospedale Castelli, le dichiarazioni di un 21enne che, dopo una lite nata attorno a questioni legate agli stupefacenti, fu picchiato e ferito con un coltello. Due tagli superficiali alla fronte e alla coscia insospettirono i medici del reparto d’emergenza che allertarono le forze dell’ordine. Identificato in uno dei due uomini –l’altro è rimasto sconosciuto– che avevano colpito il ragazzo in piazza don Minzoni a Intra, Rossi fu arrestato e, dopo la convalida, rimesso ai domiciliari. Oggi s’è tenuto il processo con rito abbreviato chiesto dal suo difensore Alberto Pelfini, nel quale il pm Anna Maria Rossi ha modificato il capo d’imputazione. Le ferite riportate dall’aggredito, infatti, si sono rivelate più gravi di quanto inizialmente stimato. Oltre ai tagli, in una visita specialistica i medici hanno riscontrato la frattura del setto nasale, portando la prognosi da 10 a 35 giorni.

L’accusa ha chiesto una condanna a un anno e sei mesi, il giudice Elena Ceriotti ha ritenuto l’imputato colpevole stabilendo una pena inferiore: un anno, un mese e dieci giorni. Contestualmente, anche alla luce del più recente arresto per evasione (sabato, con Rossi trovato fuori casa e in possesso di un coltello) il magistrato ha accolto la richiesta dell’aggravamento della misura cautelare, disponendo che sia portato in carcere.