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don masseroni addio

VERBANIA – 08.04.2019 – Umile e vicino alla gente,

fino all’ultimo. La grandezza di un uomo come don Giuseppe Masseroni, una colonna di Pallanza e della Verbania degli ultimi settant’anni, la città l’ha misurata ieri pomeriggio, nel giorno del congedo, del saluto, di una cerimonia che ha voluto lui stesso fosse “diversa”. E non solo perché, sentendo avvicinarsi la sua ora, l’omelia l’ha scritta di suo pugno, ma perché s’è raccomandato che tutti i preti presenti alle esequie stessero tra la gente, vestiti in abiti civili e confusi tra i fedeli nei banchi al di qua del pulpito. Anche il vescovo, se fosse venuto –ma differenti impegni l’hanno trattenuto altrove– probabilmente si sarebbe adeguato, perché oltre la carità cristiana, una forte umanità e uno spiccato spirito altruista, don Giuseppe è stato sempre sorretto da un carattere forte, tenace, operoso, da quello spirito contadino di cui –seppur con modestia, com’era nel personaggio– s’è sempre vantato, lui che veniva dalla Bassa, da Fontaneto d’Agogna.

A Pallanza arrivò nel 1949 e, da allora, ha lasciato un segno sino ai 93 anni di vita. Anzi, una profusione di segni, largamente inferiori per numero a quelli della folla che ieri pomeriggio ha letteralmente gremito la chiesa parrocchiale di San Leonardo. Le quattro mura dell’edificio di culto non hanno accolto tutti e in tanti hanno assistito sul sagrato, oltre le porte. Chi c’era l’ha fatto non solo per una questione di fede, di religione, ma perché don Giuseppe ha avuto sempre una parola buona per tutti, ha aiutato tante persone in difficoltà, s’è adoperato per la comunità di Pallanza (anche contribuendo a fondare la parrocchia di San Bernardino) e non solo. Era il sacerdote della gente, vicino agli operai della Montefibre immigrati dal sud o impegnati nelle rivendicazioni sindacali, alle persone fragili, ai malati, agli immigrati. Ha dato supporto e impulso a realtà come “Camminare insieme”, che assiste i carcerati; e Avap, che si occupa di malati psichici. C’è sempre stato e, ora che non c’è più, Pallanza gli si è stretta attorno un ultima volta, con profondo affetto e gratitudine.