PIEMONTE- 22-04-2019- Nella Giornata mondiale della Terra, Uncem si unisce a Legambiente che nei giorni scorsi ha chiesto a Governo e Parlamento di mettere in campo più sgravi fiscali per chi investe nella tutela del patrimonio naturale, nella green economy, nella protezione della biodiversità: “Legambiente ha ragione- spiegano da Uncem- defiscalizzazione, con sgravi al 65% delle imposte, per le donazioni. E non solo. "L'Earth Day ci spinge a riprendere quanto affermato due anni fa a Cagliari, alla Settimana dei Cattolici - afferma Marco Bussone, Presidente Uncem - E cioè che va abbassata l'iva sui prodotti con impronta ecologica positiva, legati alle filiere della green e blue economy. Chiediamo al Ministro dell'Ambiente di azionarsi subito".
Uncem chiede al Ministro di non dimenticare che la legge 221 del 2015 è la prima legge in Italia proprio sulla green economy, tra le più avanzate in Europa. "Qualcuno, anzi molti, tendono a dimenticarsi che il Paese ha questo articolato - riflette Bussone - È grave. Pensare che ci sono molti articoli capaci di rispondere alle sfide della Cop21 di Parigi, alla Laudato Si di Papa Francesco, a quanto affermano i Premi Nobel per l'Economia 2018. Dove sono il Governo e il Parlamento?". Uncem chiede in particolare i decreti attuativi legati a tre articoli, che ridefiniscono i rapporti tra territori, tra aree urbane e rurali, tra montagna e città: l'a rticolo 70, che " Delega al Governo per l'introduzione di sistemi di remunerazione dei servizi ecosistemici e ambientali", il 71 sulle Oil free zones e il 72 della 221/2015 con la Strategia per le Green communities che si dovrebbe congiungere con la Strategia per lo Sviluppo sostenibile. Dei decreti non vi è traccia. "Chiediamo il Parlamento intervenga - prosegue Bussone - Sono troppo importanti e moderni questi dispositivi per dimenticarli e non attuarli. I territori sono pronti. Le Regioni devono peraltro fare delle leggi attuativi. Molte, troppe, lo stanno ignorando".
Fondamentale poi estendere positivi interventi regionali legati alla valorizzazione dei servizi ecosistemici-ambientali. Come ad esempio i "Fondi Ato" di Piemonte ed Emilia-Romagna, regioni dove ogni anno, dalla tariffa idrica pagata da ogni cittadino viene destinata una percentuale - pochi euro ma preziosi - ai territori montani attraverso gli Enti locali per interventi di difesa delle fonti idriche e protezione dei versanti dal dissesto. Non si aumenta la spesa pubblica e si attua una sussidiarietà decisiva per il Paese. Va estesa a tutte le Regioni. Come vanno potenziate le esperienze di mercato dei crediti di carbonio, per l'assorbimento della Co2 nei boschi gestiti. Questi interventi, uniti a una defiscalizzazione per le imprese green e agli sgravi per chi investe nel 'capitale naturale', renderebbero l'Italia più moderna e la montagna protagonista del futuro, Alpi e Appennini scrigno unico di biodiversità e servizi ecosistemici-ambientali. Non da saccheggiare, ma da valorizzare e remunerare".