DOMODOSSOLA – 22.09.2015 – Non è stato sufficiente inseguire quegli uomini in auto,
chiamare le forze dell’ordine e denunciare l’accaduto per veder punito un reato. Mauro Mirandoli, assicuratore di Domodossola, il 5 giugno del 2013 sventò un furto ai danni della sua agenzia di via Cadorna. Si trovava nel suo ufficio quando, insospettito dai discorsi tra l’impiegata e alcune persone allo sportello, affacciandosi nel locale attiguo vide che mentre uno di questi – erano in due – la stava distraendo, un altro tentava di aprire il cassetto contenete i contanti. Alla sua vista i tre si diedero alla fuga. L’assicuratore uscì, prese l’auto e iniziò il giro dell’isolato per cercarli, anche perché aveva sentito dai titolari di altre attività vicine che nel quartiere c’era un certo allarme per la presenza di queste persone sospette. Quando li individuò chiamò i carabinieri, che intervennero fermando l’auto e identificando i tre occupanti. L’uomo, Petronel Neculai Spiridon, domiciliato in un campo rom del Torinese, che era l’unico maggiorenne, venne denunciato. Per gli altri due, provenienti dallo stesso campo e di minore età, la segnalazione fu inviata alla Procura dei minori di Torino. Ieri in tribunale a Verbania Spiridon, assente e difeso d’ufficio dall’avvocato Marcello Bologna, è stato processato per tentato furto. In aula, a testimoniare, c’era l’assicuratore Mirandoli, che alla richiesta del giudice Marta Perazzo se intendesse ritirare la querela, ha risposto di no ritenendo che il suo dovere di cittadino sia, al di là del danno subito (in questo caso nessuno perché non gli è stato sottratto denaro, né danneggiati i locali o gli arredi), intervenire a tutela della collettività. Il giudice, rilevato che la sua segnalazione non era una formale querela e che il reato di tentato furto si procede solo, appunto, su querela di parte, accogliendo la richiesta del pm Guido Dell’Agnola, ha dichiarato il non doversi procedere per difetto di querela.