CANNOBIO – Quella nel Vco è stata una gita “gratis”,
chiusa però con una condanna penale. Maria Emilia Capizzano nel 2013 trascorse qualche giorno sul Lago Maggiore, pernottando in un albergo di Cannobio e in uno di Verbania ma andandosene senza saldare il conto. A Cannobio rubò dalla stanza accanto la borsetta di una cliente con tutto il contenuto, compresa la carta d’identità. Il documento le fu utile quando, in un distributore di benzina di Omegna, una volta ottenuto il pieno di carburante e non essendo in grado di saldare il conto, lo esibì lasciandolo come una sorta di pegno in attesa di tornare con il contante. Il gestore dell’impianto attese invano e sporse denuncia, così come i due direttori degli alberghi e la turista privata della borsetta. Identificata in fotografia dai dipendenti delle strutture ricettive, nei suoi confronti la Procura di Verbania ha aperto un procedimento penale per i reati di furto, insolvenza fraudolenta (due episodi) e truffa con l’aggravante della continuazione. Il pm Chiara Radica ieri ha chiesto 10 mesi di condanna e 500 euro di multa per tutti gli episodi. Difesa dall’avvocato Ferdinando Brocca (difensore d’ufficio) è stata condannata a 6 mesi e 500 euro per i soli reati di insolvenza fraudolenta e furto, con la sospensione della pena e la non menzione.