VILLADOSSOLA-27-4-2019 - Il Salone del Libro del Vco, in corso al Teatro “La Fabbrica” di Villadossola, ha tralasciato per una sera la letteratura per concedersi una parentesi musicale. A “La Fabbrica di Carta” venerdì 26 aprile la cantante verbanese Cristina Meschia ha presentato il suo ultimo CD, “Inverna”. Uscito a ottobre dell’anno scorso, l’album contiene la reinterpretazione personale di alcuni brani della tradizione popolare lombarda e segue di circa due anni il primo disco in dialetto, “Intra”, dedicato da Meschia alla città in cui vive. “Inverna” è il nome di una brezza che dalle pianure lombarde risale il Lago Maggiore, descritta da Piero Chiara in un suo romanzo. Introdotta da Beatrice Archesso, giornalista de “La Stampa” ma anche attrice dialettale intrese, come la stessa Meschia ha sottolineato, l’artista ha inframmezzato il racconto della nascita di quest’album con l’esecuzione di alcuni canti dal vivo. Ad accompagnarla sono venuti due musicisti genovesi; Giulio Fortunato alla fisarmonica e mandolino e Greta Spada Rossi al flauto. Numerosi gli aneddoti e le curiosità emerse dalla serata: ad esempio, il rapporto nato con Nanni Svampa, cui la cantante aveva inviato una mail per proporgli l’ascolto di “Intra”, ricevendo quasi subito una sua telefonata con l’invito ad andarlo a trovare a Porto Valtravaglia. “Inverna” contiene anche suoi brani: Meschia ha raccontato che Svampa le ha affidato moltissime canzoni lombarde da imparare e l’ha coinvolta nella preparazione di uno spettacolo con lui e Flavio Oreglio, purtroppo interrotta dalla scomparsa dell’artista lombardo. Svampa giudicava “un po’ troppo jazzistico” l’album “Intra”, mentre “Inverna” è stato classificato come “Folk cameristico” dal musicologo Guido Festinese del Conservatorio di Genova. Non poteva mancare, visto il periodo, l’esecuzione di “Bella Ciao”, di cui Meschia ha rivelato le origini come canto delle mondine, poi diventato canto partigiano; l’artista l’ha eseguito parte in Italiano e parte in Spagnolo, spiegando che è uno dei brani più “internazionali” che esistano, tradotto in tantissime lingue. “Il canto popolare è allegro perché deve dare speranza”, ha detto fra l’altro, ironizzando sulla mestizia con cui interpreta molti dei brani dei suoi dischi. La cantante ha più volte ringraziato quelli che ha definito “i suoi due maestri”: i pianisti Luciano Rolandini e Riccardo Zegna, che ha collaborato alla realizzazione di “Intra”. Sorprendente anche l’omaggio a Villadossola: Meschia ha eseguito canti basati su testi di Armando Tami, dedicati appunto al secondo centro ossolano. A fine serata è arrivato anche il lancio del nuovo progetto messo in cantiere dalla giovane verbanese: “Ancamò”, dialogo musicale per antropologo e voce solista. Protagonisti saranno l’antropologo Luca Ciurleo e Cristina Meschia, che eseguirà alcuni brani dei suoi due dischi in dialetto. Lo spettacolo esordirà mercoledì 22 maggio a Borgomezzavalle.
Mauro Zuccari
Qui di seguito, una breve videointervista alla cantante verbanese.