VERBANIA – 24.05.2019 – Le forze dell’ordine,
dispiegate in maniera massiccia (in divisa e in borghese), hanno blindato piazza Ranzoni e contenuto al di là delle transenne i contestatori di Matteo Salvini. Che ci sono stati, non troppo numerosi (un centinaio al massimo) e nemmeno eccessivamente rumorosi – anche perché coperti dagli altoparlanti – e hanno fatto da cornice al comizio verbanese del leader della Lega. Qualche striscione affisso a balconi e finestre delle case circostanti ha evocato, con toni comunque moderati, i temi cari a chi contrasta il ministero dell’Interno sul tema dell’immigrazione: “solo ponti, niente muri”, “restiamo umani”, “se accogliere non è un diritto, non ti vogliamo”. Il mezzogiorno verbanese del ministro dell’Interno è scorso senza eccessivi problemi, anche se a metà mattinata, in previsione del suo arrivo, alle prime avvisaglie di una contestazione che sarebbe potuta avvenire a ridosso del palco, la polizia ha disposto che la piazza venisse svuotata e, chiusi i varchi d’ingresso, che potessero entrare solo coloro che erano interessati al comizio leghista. S’è così creata una zona-cuscinetto e i contestatori sono rimasti nell’altra parte della piazza, quella in cui si trova il monumento. Hanno fischiato, hanno intonato “Bella Ciao”, hanno gridato di essere antifascisti. Imperterrito Salvini ha parlato riservando loro anche un saluto e una battuta provocatoria: “un po’ di rosso fa sempre colore”.