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postino consegna
VERBANIA – 27.09.2015 – Altro che difesa delle Poste.

Nei giorni in cui una manciata di sindaci dei piccoli comuni montani del Vco discute di proteste e ricorsi, pronti a chiedere a un tribunale (il Tar) di sospende i tagli nell’apertura degli sportelli, arriva da Roma la notizia che la rivoluzione è solo iniziata. Con l’imminente quotazione in Borsa e la cessione sul mercato delle azioni, l’azienda statale si adegua alle logiche commerciali private, varando il cosiddetto piano strategico “Poste 2020”.

Nei giorni scorsi tutte le sigle sindacali tranne Uil-poste hanno firmato l’ipotesi di accordo sulla riorganizzazione che prevede, tra le altre misure, la fine del postino porta-a-porta tutti i giorni. Nella stragrande maggioranza dei comuni italiani, infatti, il recapito sarà a giorni alterni.

Il servizio pieno, ribattezzato “Linea plus metropolitana”, sarà attivo solo nelle aree metropolitane, dove c’è grande concentrazione di utenti e dove i volumi d’affari lo giustificano. Nei capoluoghi di provincia e nelle “aree extraurbane non regolate” il recapito “sarà svolto a giorni alterni con la creazione – si legge in una nota dell’azienda – di una articolazione addizionale che assicurerà prevalentemente il recapito quotidiano dei prodotti con livello di servizio j+1”. In buona sostanza il postino non suonerà tutti i giorni, a meno che non vi siano raccomandate o prodotti postali inviati con urgenza. Prodotti che aumenteranno di costo.

Tra le novità delle Poste, infatti, c’è l’aumento del prezzo dei francobolli, che dal 1° ottobre costeranno il 18% in più, passando da 80 a 95 centesimi.

Tornando al recapito e alle nuove “aree extraurbane non regolate”, si specifica che queste includono circa 5.300 comuni (sui circa 8.000 italiani) e che, lì, la posta sarà consegnata a giorni alterni. E si chiarisce che l’accordo coi sindacati è stato trovato con l’impegno della società a non ricorrere ai licenziamenti collettivi che le legge le avrebbe consentito.

Alla luce di queste novità, la lotta di resistenza che intendono operare i sindaci dei comuni montani del Vco diventa, oltre che anacronistica – il taglio del recapito è anche figlio dell’era digitale che ha ridotto il flusso postale – anche tutta in salita.