VERBANIA – 30.09.2015 – Respinto al mittente
con richiesta di correzione. È quanto ha deciso il ministero dell’Economia per le tariffe Imu e Tasi del comune di Verbania e è quanto farà questa sera il Consiglio comunale. In giugno, quando si votò il bilancio di previsione, venne introdotta una novità significativa, sottolineata pubblicamente dall’Amministrazione: lo sconto delle imposte per i fabbricati di categoria catastale D, cioè capannoni e aree produttive. Mantenendo il 10,9 per mille di tassazione sugli immobili, se ne caricò la gran parte sulla Tasi, che è interamente deducibile dal reddito d’azienda. In questo modo – così ragionò la giunta Marchionini – pur lasciando un’imposta elevata si beneficerà della deduzione fiscale.
Roma, però, ha detto no perché, così facendo, si contravviene a una norma scritta apposta per evitare “scorciatoie” di questo tipo che fanno calare le entrate tributarie statali. Da qui la comunicazione, datata 31 luglio, con l’invito a correggere. Il Comune, non volendo rivedere le tasse al ribasso (avrebbe dovuto operare tagli su un bilancio che è già speso per tre quarti) ha alzato dello 0,3 per mille l’Imu abbassando della stessa percentuale la Tasi. I conti tornano, ma lo sconto col “trucchetto” non è più praticabile.
A segnalare questa operazione, definita “l’ennesimo bluff della giunta Marchionini” è il gruppo consiliare della Lega Nord. “A giugno avevo abbandonato l’aula per gravi irregolarità non partecipando ai lavori del Consiglio dove vi erano all’ordine del giorno approvazione tasse e bilancio – dice il consigliere Stefania Minore –. Ora il Ministero dell’Economia e Finanze blocca questa operazione (avallata anche dai revisori dei conti, ndr), io intanto mi auguro per i verbanesi che ci sia anche un intervento della Corte dei Conti anche su altre situazioni inerenti il bilancio”.