VERBANIA – 07.10.2015 – Un’altra perizia psichiatrica
per chiarire le condizioni di salute del parricida di Renco. A chiederla è stato, stamane, il pubblico ministero Nicola Mezzina, che ha sollecitato al gup Beatrice Alesci un approfondimento rispetto alle risultanze emerse dalla relazione dello psichiatra torinese Roberto Keller, che ritiene che il 49enne Danilo Tosi fosse incapace di intendere e di volere il giorno in cui, un anno fa, uccise il padre e infierì sul suo corpo a colpi batticarne.
Una richiesta, questa che ha sorpreso il difensore di Tosi, l’avvocato Gabriele Pipicelli. Finora il processo non ha chiamato in causa periti di parte e ci si è rifatti al parere del professionista individuato dal giudice e il cui esito è stato oggetto di un’udienza specifica per l’incidente probatorio. L’accusa chiede un nuovo parere, la difesa s’oppone. Il giudice s’è riservata una decisione.
Il 9 settembre dell’anno scorso, attorno alle 13 e mezza, durante un normale litigio familiare con il padre Gianni (78 anni), si scagliò contro di lui armato di batticarne, colpendolo a morte e continuando a picchiare con furia. Poi, con le mani ancora insanguinate, uscì sul balcone, urlando frasi incomprensibili e tracciando con il sangue una “s” sul muro. Arrestato dai carabinieri, fu incarcerato nella casa circondariale di Pallanza. Trasferito in un reparto protetto per detenuti con problemi psichici del carcere di Torino, dallo scorso giugno è affidato a una struttura terapeutica valdostana.
Secondo Keller, Tosi è in grado di resistere in giudizio – e quindi il processo si può celebrare – ma nel momento in cui s’avventò contro il genitore non era capace di intendere e di volere.