MIAZZINA – 07.10.2015 – il colpo l’ha raggiunto
nella parte alta del torace, tra l’ascella e la spalla. E gli è stato fatale. È morto così, oggi pomeriggio attorno alle 15 nei boschi dell’Alpe Pala, a Miazzina, un cacciatore verbanese. Si chiamava Angelo Francioli, aveva 55 anni, e era un esperto di caccia e conoscitore di quei boschi. Oggi, insieme ai tre amici con i quali formava da un paio d’anni una “squadra”, era impegnato in una battuta di cinghiale.
La dinamica dell’incidente è ancora al vaglio dei carabinieri ma secondo una prima ricostruzione dei fatti il colpo sarebbe partito mentre il gruppo cercava di stanare, anche con l’ausilio dei cani, un cinghiale.
I fucili per questo tipo di caccia sono di grosso calibro e la ferita è stata mortale. Francioli s’è accasciato a terra e non s’è più rialzato. Inutile l’intervento dell’ambulanza del 118 chiamata dagli amici. Sul posto, oltre ai sanitari e ai carabinieri del Radiomobile, sono intervenuti anche i vigili del fuoco. È stato l’elicottero dei pompieri a recuperare la salma, che è stata trasportata nella camera mortuaria dell’ospedale “Castelli”. Il magistrato di turno, il sostituto procuratore Nicola Mezzina, ha già sentito il cacciatore che si ritiene abbia sparato. Le altre testimonianze sono state raccolte dai carabinieri.
Originario di Ramello, frazione di Cambiasca, Francioli viveva a Verbania, nella frazione Trobaso. La sua abitazione di via Nicola non è molto distante dall’impresa Patritti, per la quale lavorava come fabbro, professione che svolgeva da sempre. Appassionato di sport e corridore amatoriale di ciclismo, proviene da una famiglia di cacciatori. Lascia la moglie Barbara e l’unico figlio William, che ha 21 anni e è studente universitario.