MIAZZINA – 08.10.2015 – È indagato per omicidio colposo
il cacciatore – C.M., nato nel 1973, residente a Cambiasca – che ieri ha sparato, uccidendolo, il 55enne fabbro di Verbania Angelo Francioli durante un battuta di caccia al cinghiale. Il giovane già nella serata di ieri è stato ascoltato dal sostituto procuratore Nicola Mezzina e si trova a casa, denunciato in stato di libertà.
Non ci sono dubbi sul fatto che si sia trattato di un incidente, ma la dinamica deve essere ancora del tutto chiarita. A questo scopo oggi pomeriggio uomini del Nucelo operativo radiomobile e della stazione dei carabinieri di Verbania – che seguono le indagini coordinati dal pm – sono tornati a Pala e hanno effettuato un sopralluogo in zona.
Il luogo dell’incidente è poco distante dalle abitazioni. Dalla piazza dell’alpe Pala e dal “Sasso” che vi è collocato, il sentiero che parte a lato del ristorante “La Baita” scende subito, con una certa pendenza, verso la valletta risalita la quale si è nel territorio di Caprezzo.
La squadra di quattro cacciatori, dopo essersi lasciata alle spalle il vivaio della Forestazione, s’è addentrata nel bosco, che è abbastanza impervio e ricco di vegetazione. Erano da poco passate le 13 e, con l’ausilio dei cani, il gruppo stava puntando i cinghiali. Come è consuetudine, anche per motivi di sicurezza e non solo per non consentire via di salvezza alla preda, i quattro procedevano in linea retta, perpendicolari al pendio, distanziati una ventina di metri circa l’uno dall’altro, una distanza che se la vegetazione è fitta non permette di scorgere i compagni, comunque contattabili perché muniti di radio-scanner. Francioli era in mezzo alla fila ma, forse per una distrazione o nella concitazione della caccia e nell’imminenza dell’abbattimento, aveva avanzato la sua posizione oltre i compagni. Quando C.M. ha sparato, l’ha fatto in sostanza alla “cieca”, cioè senza vedere direttamente il cinghiale davanti a sé ma intuendone il movimento tra le foglie. In quel punto, però, si trovava il fabbro di Trobaso, che è stato colpito tra il costato e l’ascella. Il proiettile, esploso da una carabina a doppia canna verticale, gli è stato fatale. La palla calibro 12 – progettata per avere un impatto dirompente sugli animali, cinghiali in primis – l’ha ferito mortalmente e non c’è stato nulla da fare. Scosso e in stato di choc, il giovane che ha sparato è stato disarmato dai compagni, corsi a allertare i soccorsi.
Domani mattina il pm Mezzina concorderà con i medici la data dell’autopsia. Solo allora, con il corpo consegnato alla famiglia, si potrà dare sepoltura a Francioli, un uomo ben voluto e stimato, riservato, gran lavoratore appassionato di caccia e di sport. Era fabbro di professione, impiegato alla Patritti di Cambiasca. Correva in bicicletta con il Gs Basso Toce e la notizia della sua morte ha scosso la comunità di Trobaso, dove abita, ma anche quella di Cambiasca, dove è cresciuto.