VERBANIA – 10.10.2015 – Il Comitato Salute Vco
recita il mea culpa, corregge nel tiro ma resta in guardia sui problemi della sanità. A pochi giorni dal botta e risposta con l’Asl sulla vicenda della morte dell’avvocato Guido Martinoli che s’è chiuso con le accuse di disinformazione e strumentalizzazione rivolte dal direttore generale dell’Asl Giovanni Caruso all’associazione, dal Comitato giunge una lettera aperta rivolta proprio a Caruso in cui si chiede scusa ma si avanzano alcuni temi. “Abbiamo toppato. Abbiamo scambiato una notizia di giornale per un certificato medico”, si legge nel documento, in cui si esprime stupore per il fatto che la reprimenda non sia arrivata al giornale che l’ha pubblicata. “È una inesattezza nella quale non ci sentiamo soli, ma da qui a considerare che il nostro Comitato pratichi la bugia, per scopi inconfessabili, ce ne corre. Giudichiamo però la reazione avuta, certamente nervosa e un po' sopra le righe, la differenza fra "falsità" e "inesattezza" è evidente, nella prima c'è dolo, nella seconda no. Riteniamo involontario questo eccesso verbale forse dovuto alla concitazione del momento e quindi lo scusiamo”.
Chiuso l’incidente resta il dubbio sulla gestione del caso clinico in questione, perché può “capitare di fare errori o di intraprendere percorsi inadatti al caso in esame. Noi non abbiamo mai accusato o denigrato nessuno, facciamo presente che - secondo noi - qualcosa non ha funzionato. Che cosa sia questo qualcosa, qualcuno dovrà pur dirlo prima o poi. Se ci si dimostra che abbiamo visto male, non possiamo che dichiararci soddisfatti”. Infine, un suggerimento: “ascoltare le persone che direttamente hanno vissuto questo dramma. Probabilmente da loro sarà possibile capire meglio che cosa può essere successo e perché. Spesso abbiamo in passato sostenuto che l'ascolto è sempre la soluzione migliore; quanto meno consente di capirsi e di evitare una caduta di fiducia dei cittadini verso i nostri servizi. Quando questo non è avvenuto, la situazione non è mai migliorata”.