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VERBANIA – 07.08.2019 – In silenzio. E in carcere.

Oggi il giudice Elena Ceriotti ha convalidato l’arresto dell’uomo e della donna che tra sabato e domenica sono finiti in manette con pesanti accuse legate a reati di natura sessuale e connessi alla pedofilia.

Il magistrato ha sciolto la riserva che s’era presa al termine dell’udienza di convalida tenutasi ieri mattina, confermando anche la misura cautelare della detenzione in carcere chiesta dal pm Fabrizio Argentieri. I provvedimenti colpiscono un 43enne torinese residente a Verbania e la mamma della bambina di undici anni con la quale s’accompagnava in un controllo stradale effettuato sabato notte dai carabinieri di Stresa. Le accuse nei loro confronti sono pesantissime. A lui, che ha precedenti specifici per pedopornografia, vengono contestati tre reati: produzione di materiale pornografico minorile (con pena da 6 a 12 anni e multa da 24.000 a 240.000), detenzione dello stesso (fino a 3 anni e multa non inferiore a 1.549 euro), e atti sessuali con una persona di minore età al di sotto dei 14 anni (da 5 a 10 anni). Ancor più grave l’accusa mossa alla mamma della vittima: prostituzione minorile (6-12 anni, 15.000-150.000 euro di multa).

Al di fuori degli articoli del codice penale, il quadro che gli inquirenti hanno iniziato a svelare con le indagini è inquietante. L’ipotesi è che la mamma, anch’ella torinese e conoscente del presunto pedofilo, abbia messo a disposizione –con un vantaggio per sé– l’adolescente consapevole delle perverse attenzioni che le sarebbero state rivolte. E lui, forte di ciò, avrebbe perpetrato atti sessuali e realizzato filmati pedopornografici senza tener conto della tenerissima età della bambina.

Entrambi gli arrestati, posti di fronte a pm e magistrato, hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Non hanno parlato, né replicato alle accuse, né fornito una loro versione dei fatti contestati. Ne avranno tempo e modo. Le indagini proseguono, anche sui supporti informatici sequestrati. Intanto l’uomo e la donna restano in carcere, lui a Verbania, lei a Vercelli.