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AIROLO – 30.08.2019 – Saranno gli esami

del Dna a dire se le predazioni di pecore in Val Leventina sono colpa del lupo (e di un esemplare in particolare) e se è necessario emettere un ordine di abbattimento. Da qualche anno nel Canton Ticino il ritorno di questo animale selvatico è stato accolto con ostilità da agricoltori e allevatori che, pur in presenza di un numero di esemplari ridotto, devono fare i conti con gli attacchi notturni –indole naturale per un predatore– che in alcune località hanno prodotto notevoli danni economici. I capi sbranati ritrovati nel mese di agosto nella zona circostante Airolo sono stati numerosi. Gli ultimi sette, in Valle Canaria, risalgono all’inizio della settimana e portano il conto a 41. Il principale indiziato di queste razzie è un esemplare di lupo, o forse ibrido di lupo, che è stato avvistato, fotografato e censito. Ma mentre c’è chi propone di salvaguardare la vita degli animali dotandoli di radiocollare e monitorandoli, c’è anche chi pensa che la soluzione migliore sia la più drastica, l’abbattimento. Che è possibile nel caso le uccisioni venissero ricondotte a quell’animale. Se il test del Dna ne desse conferma si potrebbe agire perché la normativa federale svizzera afferma che se si oltrepassano le 25 uccisioni in un mese di animali che producono reddito, il Consiglio di Stato può ordinare l’abbattimento del predatore.

Le verifiche sono in corso ma il responso del laboratorio potrebbe arrivare a stagione ormai conclusa, quando magari il lupo –sempre che sia responsabile– si sarà spostato in un’altra zona, forse in un altro Stato con leggi differenti.