BELLINZONA – 31.08.2019 – Prima rubavano il lavoro,
adesso addirittura… i funghi. Dai tempi della campagna mediatica “Bala i ratt”, che dipingeva i frontalieri come topi infestanti, in Ticino l’opinione negativa verso i lavoratori italiani non è mutata, anzi. Almeno per alcuni e, in particolare, per gli esponenti dell’Udc. Nei giorni in cui Alpi e Prealpi salutano una maxibuttata di funghi eduli al di qua e al di là del confine, l’Unione di centro, che dopo “Bala i ratt” aveva lottato allo slogan “Prima i nostri”, ha presentato una mozione al governo cantonale per imporre una tassa per i cercatori di funghi. Ma solo per quelli residenti all’estero. L’iniziativa non è una novità. Era già stata avanzata nel 2015 (e ritirata nel 2017), ma allora si estendeva indistintamente a tutti i fungiatt, con il presupposto che il gettito avrebbe pagato la cura dei boschi. Questa volta si vorrebbe far pagare il permesso esclusivamente ai residenti all’estero, che però non sono solo gli italiani pendolari del fungo, ma anche –per esempio– i turisti stranieri.