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VERBANIA – 15.10.2015 – Le chiusure delle filiali

e gli esuberi di personale dichiarati da Veneto Banca nel nuovo piano industriale on preoccupano il Verbano Cusio Ossola, almeno dal punto di vista occupazione e nell’immediato. Gli annunci dati dal direttore generale – e da due giorni anche amministratore delegato – Cristiano Carrus per certi versi sono rassicuranti. “Come sindacalista sono attento a ciò che accadrà ai nostri colleghi – dice Luca Ruffoni (nella foto) della Fabi, Federazione autonoma bancari italiani –. E devo dire che, se verrà confermato, il piano in questo senso non avrà un impatto peggiorativo”. Il ragionamento deriva anche dalla lettura in chiave “anagrafica” dei dipendenti di Veneto Banca nel Vco, quasi tutti provenienti dall’ex Banca popolare di Intra. “L’età media di quest’area è più bassa che in Veneto – analizza il sindacalista –. E, quindi, i prepensionamenti saranno molto limitati. Dobbiamo considerare che già il piano industriale approvato a aprile prevedeva il ricorso al fondo esuberi: quello nuovo credo ci permetterà una gestione che non avrà ricadute pesanti”.

Non spaventa nemmeno il taglio delle filiali e la riorganizzazione della rete con agenzie di riferimento del territorio, cosiddette hub, a coordinare altre agenzie più piccole (spoke). “Era un po’ il modello della Banca popolare di Intra – conferma –. Comunque anche se dovessero chiudere alcuni uffici, il personale sarà redistribuito e, avendo il nostro territorio un’alta densità di sportelli, gli spostamenti saranno contenuti. Non ci saranno problemi”.

Ruffoni conferma comunque che non è stata ancora stilato l’elenco degli sportelli da “pensionare”. “Siamo fermi alla lista dei trenta diffusa in estate, quella che interessa Druogno, Vogogna, Gravellona zona industriale, Castelletto Ticino e Borgomanero stadio  – prosegue –. Non ci era stato ancora comunicato l’elenco degli altri quaranta in chiusura nel 2015, che ora diventeranno settanta ai quali se ne aggiungeranno altri trenta nel 2017. Siamo in attesa”.

Se i dipendenti si sentono tutto sommato tutelati pur in una situazione difficile e caotica anche sul fronte fusioni e apparentamenti “non sappiamo dire che cosa succederà – si limita a dire – ma è certo che siamo all’alba di una grande trasformazione del sistema creditizio nazionale”, tutt’altro capitolo è quello relativo ai soci-azionisti. Il passaggio da cooperativa a spa ma soprattutto la quotazione in Borsa produrranno una forte svalutazione del titolo, che fino a oggi è stato quantificato a tavolino e che domani sarà in balia del mercato. La svalutazione spaventa i grandi azionisti ma soprattutto quelli piccoli che nella banca del territorio hanno investito i loro risparmi.