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VERBANIA – 16.09.2019 – “A certe cose non si può sfuggire,

e tu non sei sfuggito”. Il raccontare per professione, l’osservare fatti e avvenimenti, spesso drammatici, per poi trasmetterli sotto forma di notizia, non è per il giornalista un compito –una “missione”, come l’ha definita don Eraldo De Agostini nella sua omelia– che mette al riparo da quei fatti stessi. E così per Gianni Mongrandi, cronista per la gran parte dei suoi 75 anni di vita, la malattia che se l’è portato via sabato mattina è stato un fatto inaspettato, che in poche settimane ha stravolto la vita sua e dei suoi cari. L’ha ricordato oggi, alle sue esequie, la compagna, di vita e di professione, Antonella Durazzo, nel messaggio in cui l’ha salutato cogliendo uno dei suoi tratti caratteriali salienti, la voglia di vivere. “Ci hai insegnato a snidare ovunque il piacere di vivere, che si nasconde dappertutto, persino nella schiuma della birretta presa al bar”, ha detto.

La malattia, che alla fine ha voluto affrontare nella sua casa di Ghiffa, ha segnato i figli Sabrina e Alberto ma, al contempo, li ha avvicinati rinsaldando i legami familiari, come hanno scritto nel messaggio letto al termine della cerimonia celebrata oggi nella basilica di San Vittore.

Originario di Novara, Mongrandi viveva da più di vent’anni sul Verbano, dove s’era trasferito per lavoro, perché assunto come redattore alla Prealpina. Il mestiere l’aveva iniziato a praticare da giovanissimo, svariando tra la carta stampata del quotidiano ai nuovi media, le radio libere prima, le tv private poi, il web e l’on-line in tempi recenti.

Ad Antonella, nostra collega e collaboratrice, ad Alberto e Sabrine, giunga l’affetto e la vicinanza degli editori e dei giornalisti del gruppo Vco24.

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