VERBANIA – 21.09.2019 – Propaganda xenofoba
e suprematista on-line su siti e in community internazionali. Era il web il “pascolo” di un 45enne ossolano che la Procura di Verbania indaga a piede libero per il reato di razzismo. “Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa” è la fattispecie che gli viene contestata e per la quale l’altro ieri ha ricevuto un’informazione di garanzia. Introdotta nel codice penale italiano nel 2018, è il cosiddetto reato d’odio, codificato per inquadrare quei comportamenti gravemente discriminatori e aggressivi che oggi abbondano soprattutto nella giungla di internet. È il primo caso del genere nel Vco e in Piemonte, frutto dell’attività di prevenzione della polizia, il cui scopo è evitare stragi come quelle internazionali di Brenton Tarrant in Nuova Zelanda e Anders Breivik in Norvegia o, per stare nell’ambito italiano, l’attentato di Luca Traini a Macerata nel 2018. In questo caso di armi non c’è traccia. Le perquisizioni che la Digos ha effettuato due giorni fa -le indagini sono partite a inizio anno- nell’abitazione e negli immobili a disposizione del 45enne sono state, in questo senso, negative. Non c’era e non c’è mai stato alcun rischio per l’incolumità dei bersagli (immigrati, omosessuali, meridionali, musulmani…) di quella che va annoverata come propaganda, proselitismo che la legge vieta.
Non è tanto il possesso del materiale sequestrato nell’operazione “elmetto” (così ribattezzata perché nelle foto inneggianti al nazismo messe in rete indossava la riproduzione di un elmetto nazista della seconda guerra mondiale) a metterlo nei guai, quanto l’aver diffuso queste idee a un pubblico di persone riconducibili all’estremismo di destra. In casa l’ossolano aveva, oltre all’elmetto, due bandiere -una nazista e l’altra delle SS- e una copia del Mein Kampf. Copioso altro materiale era contenuto nei supporti informatici sequestrati: quattro pc, sei pen drive, un hard disk esterno, tre smartphone, una ventina di cd-rom. “Non stava preparando, né meditando gesti concreti – precisa il questore Salvatore Campagnolo –. Con noi è stato collaborativo, pur ribadendo che quella sovranista e suprematista è la sua ideologia. La legge introdotta l’anno scorso è chiara nell’affermare che l’istigazione è un reato”.