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DOMODOSSOLA- 21-09-2019- Notevole affluenza di pubblico nel tardo pomeriggio di venerdì 20 presso la Cappella Mellerio di Domodossola per l’undicesimo appuntamento del festival delle idee e dei saperi Domosofia. In questa breve ma significativa conferenza è stato affrontato il delicato tema della donazione organi (con relativo trapianto) effettuata da persone ancora viventi, raccontando ai presenti dai diretti interessati una storia di altruismo nella medicina moderna. Protagonisti dell’evento sono stati i coniugi Domesi Francesco Suozzo e Clara Cavicchi, che con visibile emozione hanno esposto alla platea presente la loro storia. Il professor Suozzo è un dirigente scolastico in pensione mentre sua moglie, la dottoressa Cavicchi, è medico all’ospedale San Biagio di Domodossola. “Tutto è cominciato nel Marzo di quest’anno. Da qualche tempo soffrivo di problemi gravi a un rene e dopo molte visite e alcuni esami, l’urologo che mi aveva in cura aveva sentenziato che dovevo per forza finire in dialisi- ha spiegato il professor Suozzo. “Conosco da vicino cosa significa essere in dialisi, mio padre lo è stato per cinque anni. Lì per lì dissi al mio medico che di questo fatto ne avrei comunque parlato a casa con mia moglie. Arrivato a casa le ho raccontato tutto. Devo affermare che se si è poi deciso per la soluzione che mi ha cambiato la vita lo si è dovuto grazie alla sua fermezza, immensa generosità e amore nei miei confronti. Chiaramente non è stato un percorso facile, abbiamo dovuto fare molti accertamenti sia io che mia moglie qui al San Biagio oltre a sbrigare diverse pratiche di burocrazia, come ad esempio la piena capacità di intendere e volere dei soggetti, che non ci fossero stati vantaggi economici nella donazione dell’organo e via dicendo. Fortunatamente, pur non essendo consanguinei, il rene di Clara era compatibile per un trapianto su me stesso e ciò ha velocizzato tutto il processo. Quindi, nel mese di Giugno, io e la mia consorte siamo stati operati al centro trapianti dell’ospedale maggiore di Novara”. “Posso dire che il mio fisico, nonostante l’enorme sforzo fatto per garantire una migliore qualità di vita a mio marito- ha dichiarato la dottoressa Cavicchi- non ne ha risentito più di tanto, sono tornata a lavorare in ospedale in poche settimane. Quello che è cambiato molto in me stessa è a livello psicologico, adesso che ho subito anche io un intervento complesso ho un altro modo di relazionarmi coi pazienti, capisco molto di più le loro sofferenze”. Accanto ai coniugi Suozzo era presente il dottor Maurizio Borzumati, responsabile di Nefrologia dell’ASL 14 del VCO, che ha illustrato diligentemente la parte tecnico-scientifica dei trapianti di rene da viventi.”La terapia renale in fase terminale è un aspetto che coinvolge l’intero nucleo famigliare e fino a qualche anno fa l’unica soluzione possibile era la dialisi, una terapia che è sempre molto valida. Esistono vari tipi di Dialisi e che comunque è sempre un rene artificiale; da qualche anno a questa parte esiste fortunatamente la tecnica del trapianto preventivo, che si effettua sul paziente prima di finire in dialisi e che si può eseguire anche con una donazione da persona vivente. In quel modo si riesce ad avere la migliore terapia possibile che incide parecchio sulla qualità di vita del paziente” ha dichiarato il dottor Borzumati.

Testo e foto di Alessandro Velli