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VERBANIA - 22.09.2019 - Braccio di ferro fiscale albergatori-Airbnb. 

Con l’ordinanza n. 6.219 del 18 settembre il Consiglio di Stato ha disposto il rinvio alla Corte di giustizia dell’Unione Europea della vertenza promossa da Airbnb che -a più di due anni dall'entrata in vigore della norma che ha previsto l'applicazione di una tassazione agevolata al 21% sui redditi da locazioni brevi- continua a rifiutarsi di applicare la cosiddetta cedolare secca e di comunicare i dati all'Agenzia delle Entrate. Il Consiglio di Stato, nel rivolgersi alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, ha escluso la ricorrenza dei presupposti per procedere alla diretta disapplicazione della normativa contestata ed ha affermato che l’interpretazione del Tar, che a febbraio ha respinto il ricorso di Airbnb, non presenta tratti di patente irragionevolezza. Lapidario il commento del presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca: “Confidiamo che la Corte di Giustizia metta fine a questa commedia, che vede Airbnb appigliarsi ad ogni cavillo pur di non rispettare le leggi dello Stato. Siamo stanchi di assistere a questa esibizione indecorosa dei colossi del web, che realizzano nel nostro Paese utili milionari ma dimenticano di pagare quanto dovuto al fisco italiano, con un comportamento a dir poco opportunistico. Federalberghi è intervenuta nel giudizio al fianco dell'Agenzia delle Entrate per promuovere la trasparenza del mercato, nell'interesse di tutti gli operatori, perché l'evasione fiscale e la concorrenza sleale danneggiano tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza”.

In Piemonte gli immobili gestiti dalla piattaforma Airbnb sono circa 17.300. Il punto di forza della società californiana, la cui sede fiscale in Europa è in Irlanda, è il rapporto diretto coi privati, che inseriscono gli immobili da locale a fini turistici in autonomia, sfruttando l'ampia platea dei fruitori del portale. Per Federalberghi questa è concorrenza sleale.