DOMODOSSOLA - 24-09-2019 - "Ettore Tibaldi
un medico sovversivo", allestita nella sala storica di Palazzo di Città, in occasione delle celebrazioni per il 75mo anniversario della Repubblica Partigiana dell'Ossola. Curata da Pier Antonio Ragozza, Andrea Pozzetta e Piergiacomo Garlaschelli la mostra dedicata al presidente dell'Ossola libera attraverso fotografie e documenti inediti, vuole ripercorrere l’itinerario biografico di Ettore Tibaldi, dalla sua formazione a Pavia al suo ruolo nella Resistenza ossolana, fino alle importanti esperienze politiche e civili del dopoguerra.
Dalla presentazione: "Nel settembre del 1943 – mentre era già in atto l’occupazione dell’Italia da parte della Germania di Hitler e mentre il fascismo si riorganizzava sotto le insegne della Repubblica Sociale Italiana – in una casa di via Trabucchi a Domodos- sola un medico dell’ospedale San Biagio, Ettore Tibaldi, si adoperava febbrilmente per organizzare le forze degli antifa- scisti ossolani e per aiutare la formazione dei primi nuclei di resistenza. Occorreva costituire un Comitato di liberazione dell’Ossola, in cui potessero prendere parte i rappresentati di tutti i partiti democratici e antifascisti. Accanto a lui, in quella casa di via Trabucchi, tanti ossolani decisi a reagire contro il nazifascismo. Nei vent’anni di dittatura, Ettore Ti- baldi non era rimasto inerte, ma aveva più volte tentato di opporsi e di cospirare, a volte platealmente, a volte nell’om- bra, contro il regime fascista. D’altra parte, il medico del San Biagio, socialista e repubblicano, aveva pagato personal- mente per le sue idee: nel 1926 aveva dovuto abbandonare la famiglia e la sua città di provenienza, Pavia, troncando una brillante carriera accademica in Università, dove era stato licenziato proprio a causa del suo antifascismo. Catapultato, suo malgrado, a Domodossola, costantemente sorvegliato dalla polizia fascista, Tibaldi era presto divenuto il punto di riferimento più autorevole per gli antifascisti locali giungendo ad assumere, durante i “quaranta giorni” del settembre-ottobre 1944, la carica di presidente della Giunta provvisoria di governo della zona libera dell’Ossola. La vita di Ettore Tibaldi è stata avventurosa e travagliata, una vita di passioni politiche, di impegno e di sacrificio personale: raccontarne la storia significa riflettere, dalla prospettiva di un oppositore del regime, sul fascismo e sui pericoli a cui si va incontro quando la violenza, la prepotenza e il sopruso si impongono come soluzioni politiche".
CONTRIBUTI
Gran parte della documentazione riprodotta ed esposta proviene dall’archivio di Piergiacomo Garlaschelli di Certosa di Pavia, figlio di Teresa Vitaloni, governante di casa Tibaldi per oltre quarant’anni ed erede delle carte e delle raccolte fotografiche di Ettore e Maria Tibaldi. Altro materiale documentario proviene invece dall’Istituto Nazionale Ferruccio Parri di Milano (nei pannelli indicato come INFP), dall’Archivio storico dell’Università di Pavia (ASUPV), dall’Archivio di Stato del Canton Ticino (AST), dalla Fondazione Pellegrini-Canevascini di Bellinzona (FPC) e dalla famiglia Bolzani della Clinica Viarnetto di Lugano.
LA MOSTRA
"Ettore Tibaldi: medico sovversivo. Dalla Certosa di Pavia alla Repubblica dell'Ossola" inaugurerà nella sala storica della Resistenza in Palazzo di Città, mercoledì 2 ottobre (ore 17). L'esposizione, a ingresso libero, rimarrà allestita fino al 27 ottobre e sarà visitabile dal martedì alla domenica negli orari 9/12-14/17.