VERBANIA – 28.09.2019 – Un alpeggio in una valle ossolana,
due pastori e un gruppo di mucche lasciate a pascolare nel prato altrui. È iniziata sui monti ma s'è chiusa in tribunale, con un processo e due gradi di giudizio, la vicenda che nell'agosto del 2015 ha coinvolto due allevatori. Uno di questi, affittuario d'un alpeggio pubblico, denunciò di aver subito l'invasione degli animali dell'altra, sua “vicina”, che, lasciati indisturbati, gli avevano brucato tutta l'erba. Aveva così sporto denuncia. La Procura ha mandato quest'ultima a giudizio con l'accusa di introduzione e abbandono di animali in fondo altrui, e di pascolo abusivo. In primo grado, davanti al giudice di pace, era stata condannata a 900 euro di multa e al risarcimento di 750 euro alla parte offesa. Ieri, nell'appello dal giudice monocratico, la sentenza è stata ribaltata. Il magistrato ha accolto la tesi della difesa, sostenuta dall'avvocato Antonio La Rosa, secondo cui non ci sarebbe stata alcuna prova dell'avvenuto sconfinamento, né del fatto che fosse voluto e prolungato nel tempo, tanto da danneggiare il pascolo. Respinta la richeista della controparte, rappresentata dall'avvocato Eugenio Fornaroli, di dichiarare improcedibile l'appello.