VCO-30-09-2019- L’iva (imposta sul valore aggiunto):
ce la spiega Carlo Crapanzano nel suo nuovo editoriale.
Il primo gennaio del 1973 è entrato in vigore in Italia il DPR 633/1972 che faceva nascere l’Iva. L’iva (imposta sul valore aggiunto) è una imposta indiretta che si applica alla cessione di beni e prestazione di sevizi nell’esercizio di imprese, arti, professioni e importazioni. Colpisce praticamente quasi tutti i beni acquistati, ma colpisce soprattutto il consumatore finale perché chi crea il prodotto o presta la sua opera professionale fa pagare l’iva a chi acquista il prodotto o al cliente, e poi la può detrarre.
L’Iva è nata su accordo europeo e a seguito di tale accordo. Infatti, sviluppandosi la Comunità europea (oggi Unione europea), gli Stati decisero che bisognava armonizzare le leggi fiscali e renderle il più possibile omogenee (Direttiva 11 aprile 1967 e successive modifiche). L’iva dunque è un regalo che ci siamo fatti fondando l’Unione europea, tanto è vero che lo Stato italiano versa all’Unione Europea lo 0,3 % dell’iva che incassa.
In Italia esistono tre diverse aliquote: minima al 4% (prodotti di primaria importanza come panetteria e generi alimentari); ridotta al 10% (settore turistico, alberghi, pizzerie, hotel, ristoranti); ordinaria al 22% per tutti i prodotti e servizi che non rientrano nell’aliquota minima o ridotta.