DOMODOSSOLA- 20-10-2015- Il San Biagio era pronto, con poche modifiche strutturali,
a diventare l'ospedale provinciale, per questo la Regione cambia le carte in tavola e propone l'ospedale unico. Questa la tesi di Insieme per un dono alla luce degli ultimi accadimenti in materia di sanità: “Il teatrino della politica è capace di cose incredibili! I paladini del mantenimento degli ospedali, del loro potenziamento, che vinsero addirittura le elezioni e che acquisirono una grande visibilità politica raccogliendo consensi popolari attraverso la promessa dell’ospedale sotto casa, e che si inventarono lo sciagurato “ospedale unico plurisede” che ci ha portato alla drammatica situazione attuale, diventano improvvisamente i paladini dell’ospedale unico.
Ricordiamo la fretta che l’assessore Saitta mise alla rappresentanza dei Sindaci, scaricando su di loro la patata bollente della chiusura di un Dea, manovra indispensabile e necessaria per evitare lo spreso di risorse e di denaro pubblico. La consulta dei Sindaci decise a larga maggioranza che l’Ospedale con Dea doveva essere il San Biagio, ma guarda caso allora la fretta è stata sostituita dalla necessità di una pausa di riflessione che consentisse, entro dicembre, di vagliare ogni possibile soluzione in nome della democrazia e della consultazione del territorio. Dicembre è arrivato e in regione si sono resi conto che solo l’Ospedale San Biagio è pronto, con poche modifiche strutturali e con poche risorse economiche, a essere sede di Dea provinciale.
Ecco allora la necessità di un colpo a effetto che cambi le carte in tavola e le regole del gioco: l’ospedale unico!
Ecco che improvvisamente ricompare la fretta, la Regione chiede che, in nome e per conto di tutti i comuni e dei cittadini del Vco, i consigli comunali di Domodossola, Verbania e Omegna votino in tempi brevissimi a favore di questa proposta, saltando qualsiasi dibattito sulle modalità, sui tempi e soprattutto sulla sede su cui costruire l’ospedale scaricando sul territorio, sui cittadini e sui sindaci l’onere di una scelta che la politica non vuole prendere.
La verità è che l’ospedale pubblico per acuti sede di Dea in questo momento storico non può che essere quello di Domodossola e la politica lo sa e ci propina la chimera di un ospedale unico promettendo il mantenimento della situazione attuale, che è quella che ci ha portato ad avere due “mezzi ospedali”, alla mobilità passiva e al disastro economico solo ed esclusivamente per perdere altro tempo, sperando in qualche cambio amministrativo alle prossime elezioni e per cercare qualche capro espiatorio magari nella solita rissosità e campanilismo degli ossolani. Progettiamolo allora questo benedetto ospedale nuovo, indicando modi, tempi, risorse, forze da mettere in campo e soprattutto dove costruirlo tenendo anche conto che sono già stati spesi parecchi soldi pubblici qualche anno fa per la progettazione e la ricerca del sito ideale. Non perdiamo altri dieci anni per carità, ma nel frattempo facciamo quelle scelte che fino a ieri sembravano improrogabili e che non sono state fatte solo per motivi di convenienza politica.”