STRESA- 24-10-2015- Prestigioso appuntamento per il club Lions Verbano Borromeo
venerdì sera all'Hotel Regina Palace di Stresa. Alla presenza del prefetto vicario Michele Basilicata, del questore Vincenzo D'Agnano, del comandante provinciale dei carabinieri Fabio Bellitto, del vice comandante provinciale della guardia di finanza Piero Bottini, del direttore della scuola penitenziaria di Verbania, Aduo Vicenzi e del presidente dell' ordine degli avvocati del Vco, Bruno Stefanetti, il presidente Lions Claudio Rapetti Lombardo ed i soci del sodalizio hanno accolto il viceministro alla giustizia Enrico Costa, che ha intrattenuto i presenti in una ricca e dettagliata relazione sullo stato della giustizia in Italia e sulle riforme in atto ed in itinere: “Abbiamo effettuato uno screening sul funzionamento della giustizia in Italia- ha spiegato il viceministro- questo produce concorrenza tra i tribunali, ma ci dice anche dove intervenire. Il Ministro Orlando visiterò presto le dieci peggiori strutture italiane per capire perché non funzionano. Non sempre la carenza d'organico è la causa. La revisione della geografia giudiziaria, con la chiusura di oltre 39 tribunali, di cui sette in Piemonte, ha colpito soprattutto i nord, perchè al sud è dovuta rimanere una maggiore presenza per contrastare la criminalità. Alcuni tribunali sono stati accorpati, altri (vedi Domossola ndr.) hanno perso la sezione distaccata. In alcuni casi la risposta è stata eccezionale. Dove si protestava, finita quella fase, si è lavorato. In altre situazioni i risultati sono stati pessimi. C'è quindi una giustizia a macchia di leopardo. Chi fa funzionare la giustizia in Italia sono le persone. Uno dei grandi problemi è la capacità manageriale, che non viene considerata dal consiglio superiore della magistratura quando sceglie chi mandare e dove, come capi degli uffici. Abbiamo avviato due commissioni ministeriali per rivedere le regole del Csm. Oggi si viene eletto in base alle correnti, non sono movimenti culturali ma gruppi che trovano accordi per valorizzare i loro uomini. Il magistrato sganciato da queste correnti è poco in condizione per affermarsi da solo. È una riforma che vogliamo veramente, dobbiamo vedere l'aspetto disciplinare e come modificare la legge elettorale interna del Csm. Dobbiamo poi vedere l'aspetto della responsabilità civile dei magistrati, abbiamo tre milioni di cause penali arretrate e quattro milioni di cause civili. Il problema non è per “litigiosità” degli italiani, ma per poca mediazione, ed io penso anche per eccesso di leggi. Noi ne abbiamo una valanga di leggi, non sappiamo neanche quante sono, è un ginepraio incomprensibile. Noi dobbiamo lavorare per diminuire il numero di cause in tribunale attraverso arbitrati, con l'obbligo di incontro tra le parti, con una giustizia riparatoria a risarcimento del danno. Ci sono stati 123 mila processi in prescrizione nel 2013 e le leggi in cantiere prevedono un allungamento dei termini di prescrizione. Ben 70 mila sono stati prescritti durante indagini preliminari, è una sconfitta per lo stato. Per risolvere il problema ci sono solo due vie, una allungare i tempi dei processi, l'altra accorciarli. Io sono per la seconda via. Pensare di togliere il processo d' appello è impossibile, perché oggi riforma il 46 % dei giudizi di primo grado, e la custodia cautelare deve essere l'estrema ratio, dal 92 ad oggi si sono pagati a 24 mila persone 600 milioni di euro di risarcimenti dallo stato”.