VERBANIA – 05.11.2019 – Dieci mesi
di condanna per omicidio stradale. Non sono bastate la bassa velocità del veicolo e il sole abbagliante contro il parabrezza dell'auto a evitare la responsabilità del sinistro mortale nel quale, il 27 novembre 2016, perse la vita il 75enne gravellonese Angelo Frigatti. Poco prima dell'ora di pranzo di una domenica, l'anziano stava attraversando le strisce davanti a casa quando sopraggiunse il Toyota Rav4 guidato da un medico di 52 anni. Il suv procedeva sotto i venti chilometri orari e il suo conducente, a fianco del quale siedeva la compagna, non vide il pensionato, che urtò facendolo cadere a terra. Riportò un trauma che all'inizio parve leggero ma che, una volta portato in ospedale a Verbania (fu proprio il medico il primo a soccorrerlo) ne provocò il decesso poche ore più tardi.
Omicidio stradale, secondo le severe norme introdotte con una legge del 2016 che ha inasprito le pene, è il reato per il quale l'automobilista è stato processato al tribunale di Verbania. Difeso dall'avvocato Christian Ferretti, ha scelto il dibattimento per dimostrare che non ebbe un comportamento imprudente e che la velocità moderata, l'abbagliamento e la non chiara posizione del pedone sulla strada rilevata dalla perizia di parte fossero elementi sufficienti per escluderne la responsabilità penale. Lo stesso pubblico ministero Anna Maria Rossi ha riconosciuto che l'incidente non fu causa esclusiva dell'imputato e, partendo dalla metà della pena base, ha chiesto 8 mesi. Il giudice ha deciso per 10, concedendo i doppi benefici della sospensione condizionale della pena e della non menzione e disponendo la sospensione della patente per sei mesi.