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stadio pedroli

VERBANIA – 19.11.2019 – I lavori realizzati

dal Verbania al “Pedroli” nel 2012 li paghi il Comune. È questa la richiesta, che si quantifica in 685.000 euro, che nei giorni scorsi hanno avanzato alla città di Verbania “Gli specialisti del verde”, l’impresa -oggi in concordato preventivo- che sette anni fa realizzò per conto del Verbania 1959 di Francesca Pangallo ed Enrico Montani una significativa ristrutturazione dello stadio, eliminando la pista di atletica e posando una nuova recinzione e, soprattutto, introducendo quel manto in erba misto-sintetica per la cui omologazione s’è battagliato anni con la Figc.

La prima udienza della causa civile instaurata al tribunale di Verbania è fissata al 10 febbraio 2020. Gli specialisti del verde chiamano in causa il Verbania 1959 e il Comune, che sarebbe responsabile secondo il principio dell’”arricchimento senza causa”, fissato dall’articolo 2041 del codice civile secondo cui “chi, senza una giusta causa, si è arricchito a danno di un’altra persona è tenuto, nei limiti dell’arricchimento, a indennizzare quest’ultima della correlativa diminuzione patrimoniale”.

È la seconda causa che l’impresa sostiene per il mancato pagamento dei lavori allo stadio verbanese. Quella per ottenere l’importo dovuto dal Verbania 1959 (una srl inattiva per la Figc ma tuttora iscritta nel registro imprese della Camera di commercio) ha avuto due gradi di giudizio, al termine dei quali il club dei Montani nel 2017 è stato condannato a pagare 475.600 euro più interessi e spese legali. Non riuscendo a recuperare quanto dovuto in sentenza, la società s’è rivolta al Comune, che ha già deliberato di resistere in giudizio.

La vicenda “Pedroli” si sviluppa tutta nel 2012, quando lo stadio e i campi di Renco e Possaccio sono in gestione al club che riceve dal Comune un contributo annuale di 53.120 euro. Nella stagione in cui la squadra sta vincendo l’Eccellenza e si rendono necessari alcuni adeguamenti in vista della serie D, il club contatta Gli specialisti del verde, con i quali in aprile firma un contratto da 1,1 milioni per il “Pedroli” e per mettere il prato sintetico nell’impianto di allenamento di Possaccio. I lavori iniziano a fine giugno, ma il 3 luglio il Comune li blocca, diffidando impresa e club. Il giorno dopo viene elevato un verbale di violazione edilizia, sanato con una richiesta integrativa del 6 luglio. I lavori riprendono poco dopo. Intanto la giunta all’unanimità (assente naturalmente Montani, all’epoca assessore al Turismo e ai Grandi eventi) il 9 luglio autorizza la ristrutturazione a patto che gli “oneri (siano) interamente a carico della stessa (il Verbania 1959), tenuto conto che le migliorie autorizzate sono necessarie anche per rispettare le norme federali e consentire dunque alla squadra (…) di partecipare al campionato di Serie D”.

I lavori si concludono a settembre, poi inizia il braccio di ferro con la Figc per l’omologazione, negata in un primo tempo -con il Verbania costretto a migrare di impianto in impianto-, poi concessa provvisoriamente e solo oltre un lustro dopo sistemata.