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zucca ceri

DOMODOSSOLA- 31-10-2015- Nell’'Italia dei dibattiti infiniti, può mancare quello pro o contro Halloween? No, certamente. Allora, avanti con le deplorazioni alla stupidità delle “zucche vuote”, gli anatemi contro il “satanismo latente” di quella che sembra essere solo una festa mascherata, un carnevale autunnale fatto per divertirsi un po’, nient’altro. Quanto più si scatenano le polemiche, tanto più sembra diventare obbligatorio mascherare i bambini da streghetta o diavoletto; nelle scuole, magari, si fa problema a festeggiare il Natale o la Pasqua, per chissà quale rischio di offendere i non Cristiani, ma guai a non festeggiare in qualche modo Halloween. E’ vero, però, che questa festa è “pagana”, “nordica”, “celtica”, “americana” ed “anticristiana”? Basta dare un’'occhiata a quella specie di “Bibbia tuttologica” che è Wikipedia per scoprire alcune cose interessanti. “La parola Halloween rappresenta una variante scozzese del nome completo All Hallows' Eve, cioè la notte prima di Ognissanti (in inglese arcaico All Hallows' Day, moderno All Saints' Day)”; questo appare scorrendo verso il basso proprio la pagina dell'’enciclopedia in rete che spiega come la festa “trae le sue origini da ricorrenze celtiche e ha assunto negli Stati Uniti le forme accentuatamente macabre e commerciali con cui oggi la conosciamo.” Scorrendo il testo, si vede che queste presunte origini celtiche e pagane emergevano da alcuni studi ottocenteschi, poi criticati e smentiti. Insomma, Halloween altro non sarebbe che “la vigilia della festa di Tutti i Santi”; non solo, ma ad osteggiarla non sarebbe innanzitutto la Chiesa, bensì gli ambienti culturali protestanti americani, in particolare quelli puritani, che detestano il culto dei Santi, tipicamente cattolico. Consiglio di guardare sul sito internet www.culturacattolica.it una serie di articoli intitolata “Riprendiamoci Halloween”, risalente al 2014: “"Fior di studiosi in tonaca - dice il cappello introduttivo - spiegano che Halloween è una festa cattolicissima, per nulla compromessa col satanismo e con il paganesimo, cui i puritani fanno guerra dal Settecento. I protestanti odiano a tal punto questa festa così sfacciatamente cattolica, che ha osato imporsi in terra puritana, che da secoli spacciano leggende nere a base di sabba di streghe e sacrifici umani celebrati la notte di Halloween”". Sfogliando un po’ di pagine di questo sito si scopre che era normale nei primi secoli della Chiesa festeggiare allegramente le vigilie delle feste, come oggi si fa solo a Natale ed a Pasqua e che l’allegria, le mangiate in compagnia, le maschere e gli scherzi erano tutt’altro che banditi dalla tradizione cattolica. D’altronde, come si fa non essere gioiosi se si proclama che è venuto Gesù Cristo a liberarci dal male e persino da quel baratro nero ed angosciante che è la morte? Perdendo un po’ di tempo in rete, si scopre che la tradizione dei lumini accesi dentro zucche o altri ortaggi svuotati esiste da secoli, anche in diverse regioni italiane. A questo punto, però, mi sorge spontanea la domanda: abbiamo feste meravigliose come Ognissanti e il Natale; perché facciamo di tutto per svuotarle e sostituirle con banali e stupide caricature? I Santi sono uomini e donne che hanno vissuto alla grande: le loro storie, reali e non inventate, ci dicono che possiamo vivere alla grande anche noi, nella quotidianità delle faccende di casa, delle ore a scuola, delle serate con gli amici, dei problemi sul lavoro. Anche su questo, basta fare un po’ di ricerche in internet per trovare storie meravigliose e reali, non favole. C’è un libriccino di Cyril Martindale, intitolato “Santi”, che è tutto da godere. La festa dei morti ci dice che la nostra vita è destinata a non finire mai, ma soprattutto che il bello deve ancora venire ed arriverà proprio dopo la morte. E’ perfettamente lecito non crederci, anche contestarlo, ma come proposta di vita e provocazione culturale non si può dire che non sia interessante. Altro che “dolcetto o scherzetto”. Facciamo fare anche quello ai nostri bambini, ma cerchiamo di salvarli dalla stupidità come programma di vita.

Mauro Zuccari