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VERBANIA – 12.12.2019 – Nessuno stalking

nel dissidio tra la farmacista e la famiglia di falegnami. Il Tribunale di Verbania ha assolto dall’accusa di atti persecutori la dottoressa Liliana Rossi, farmacista di Valstrona che, negli anni addietro, s’è trasferita in valle costruendo la propria abitazione a fianco di un laboratorio artigianale di falegnameria, con i cui titolari è iniziato un dissidio durato a lungo, fatto di cause civili e che ha avuto come culmine il procedimento penale per stalking. Alla professionista la Procura ha contestato i comportamenti vessatori messi in atto contro i vicini, la famiglia Piana, in particolare la lunga sequela di esposti (13 in un anno, tra il settembre 2015 e il marzo 2016, recapitati al sindaco) per l’eccessivo rumore e l’inquinamento del laboratorio, lo sbattere notturno di portiere e portellone dell’auto per turbare il sonno, le fotografie scattate a più riprese e il controllo dei movimenti dei vicini. Attenzioni eccessive, secondo il pm Anna Maria Rossi, ben oltre l’esercizio di un proprio diritto. “Il laboratorio è lì dal 1955, molto prima che arrivasse l’imputata – ha detto, chiedendo la condanna a sei mesi – e le segnalazioni non hanno mai avuto seguito perché tutto era regolare”. I denuncianti, costituitisi parte civile con l’avvocato Silvia Paganessi, hanno lamentato i problemi, anche fisici, sofferti a causa di questa situazione e documentati da attestazioni mediche. Per la difesa, sostenuta dall’avvocato Loredana Brizio, lo stalking è insussistente: “La mia cliente ha presentato esposti, non denunce. Degli altri fatti non c’è prova se non nelle testimonianze dei parenti delle parti offese. E, comunque, le foto erano state scattate nell’ambito di un procedimento civile”.

Il giudice Rosa Maria Fornelli ha accolto le tesi della difesa e ha assolto la farmacista.