TORINO – 12.12.2019 – Quattro minori piemontesi
su dieci sono poveri o a rischio povertà. Il dato, riferito al 2017, è stato presentato ieri a Torno al convegno celebrativo del trentennale della Convenzione Onu. Tre decadi dopo che sono state scritte le norme a tutela dell’infanzia e dell’adolescenza, la situazione in Piemonte -regione tutt’altro che povera nel quadro internazionale- dicono che il 13% dei minori è in stato di povertà e che il 27,9% sono a rischio povertà e di esclusione sociale. Al convegno si sono date il cambio le garanti regionali dell’infanzia e dell’adolescenza. Ylenia Serra, fresca di incarico, è subentrata a Rita Turino, che ha dipinto un quadro a tinte fosche in cui spicca il continuo calo della natalità. “Dei circa 4,4 milioni di abitanti del Piemonte all’inizio del 2019 - ha dichiarato - solo il 15% sono minori, mentre l’età media della popolazione è di 47 anni. La popolazione straniera incide sul totale per il 9,8%, il cui 21,3% è costituita di minori provenienti da 124 paesi extraeuropei e 44 europei, in prevalenza rumeni, marocchini e albanesi".
Le famiglie, a fine 2017, erano 2 milioni, con una media di due componenti per gruppo familiare. Di queste, solo il 29,3% ha figli di minore età e l’11,6% è costituita da un solo genitore (madri nel 77,3% dei casi; padri nel 22,7). Dei 664.300 bambini e ragazzi residenti sul territorio regionale, l’8,5% sono stati seguiti nel 2017 dai servizi sociali e l’1,2% è portatore di una qualche forma di disabilità. Nel 2017 sono stati circa 50.000 minori seguiti da equipe di neuropsichiatria infantile, per un totale complessivo di circa 400.000 prestazioni, cui vanno aggiunti 2.500 minori seguiti dai servizi di psicologia. Complessivamente si tratta dell’8,2% della popolazione. 15.000 hanno certificazione di disabilità che richiede sostegno specifico in ambito scolastico. La percentuale di allievi con disabilità è pari al 13,7% e rimane invariata negli ultimi anni. Si concentra però nell’alveo della Città metropolitana.