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MILANO - 16.12.2019 - L’indagine annuale

del Sole 24 Ore sulla Qualità della vita nelle 107 province italiane bastona ancora una volta il Verbano Cusio Ossola, passato nel giro di tre edizioni, da un 7° posto (2017); al 48° e quindi, come impietosamente riporta la graduatoria di questo 2019, al 68°. Un crollo verticale di performance (qui i dati) che dal 20° posto del 1996 (anno in cui la provincia è entrata il classifica dopo la sua istituzione nel 1992) segna in questo 2019 il peggior risultato di sempre. Miglior piazzamento c'è stato nel 1998, con il 5° posto. Facendo un confronto con gli anni passati, e per non risalire troppo indietro ci fermiamo al 2017) il ritratto che emerge è quello di una provincia sempre più povera (73° posto era 18°), più vecchia (93° posto contro il 40°), con una qualità ambientale e servizi deteriorati (69° contro il 25°) dove le morti per tumore ed infarto sono tra le più alte d'Italia e dove sempre più ci si cura fuori regione. In discesa anche la posizione, da sempre un fiore all'occhiello, dell'area "Gustizia e sicurezza", che colloca Verbania al 12° posto nazionale (nel 2017 era prima e l'anno scorso era all'8°); mentre per "Cultura e tempo libero" la posizione del Vco è crollata dal 18° al 66° dove a reggere non sono cinema e biblioteche, ma bar e ristoranti.
Insomma, nella provincia azzurra si vive poi tanto male? E' evidente che le cifre nude e crude non potranno mai restituire al cittadino una misura reale della sua qualità della vita: dall'ambiente (considerato nel suo complesso), al senso di comunità, al volontariato, alla capacità (o meno) di aggregazione ci sono fattori impossibili da quantificate. Tuttavia ciascun indicatore può rappresentare una base di partenza e uno spunto di riflessione: per amministratori e cittadini.