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bonafede alfonso

VERBANIA - 23.12.2019 - Anche gli avvocati

di Verbania “bacchettano” il ministro della Giustizia (e collega) Alfonso Bonafede (nella foto). Ha fatto il giro d’Italia, passando dai diversi consigli territoriali dell’Ordine e delle Camere penali, le “castronerie” dette dal guardasigili durante la trasmissione tv Porta a porta. Nel salotto di Bruno Vespa il pentastellato Bonafede, che di professione è avvocato civilista, parlando della discussa riforma della prescrizione che entrerà in vigore il 1° gennaio, ha affermato che qualora in un processo penale non si dimostri il dolo di un reato, si scade nella colpa, accorciando ulteriormente i termini della prescrizione. Una castroneria, appunto, un errore tecnico-giuridico censurato dai colleghi. L’Ordine di Palermo ne ha chiesto le dimissioni. Quello di Verbania ha firmato un documento che ne censura le dichiarazioni e che invita i politici a trattare con serietà e competenza e non con superficialità un argomento così delicato. 

La contestata riforma, varata dal governo M5S-Lega e confermata da quello M5S-Pd-Italia Viva-Leu (cioè con un’ampissima condivisione in parlamento), prevede che per i reati commessi dal 2020 in poi la prescrizione degli stessi -in via ordinaria sette anni e mezzo, con casi in cui è inferiore e altri superiore- verrà sospesa sine die dopo il giudizio di primo grado. Per i penalisti è uno strumento che mortifica il diritto del cittadino ad avere giustizia in tempi certi e definiti. Per il governo, che l’ha confermata nonostante l’opposizione interna di alcuni alleati, è il primo tassello di provvedimenti (ancora da definire) per sveltire la giustizia.