ROMA – 24.12.2019 – No alla parità salariare
dei lavoratori “di confine”. Nella marcia forzata che ha portato il parlamento ad approvare in via definitiva la Finanziaria 2020, non ha avuto spazio la proposta del deputato leghista della provincia di Varese Matteo Bianchi. Il suo ordine del giorno presentato a tutela del lavoro degli italiani in patria, valido anche come disincentivo al frontalierato (una sorta di bonus per creare occupazione al di qua della dogana) è stato respinto dall’aula con 290 no della maggioranza. Favorevoli in 187 esponenti delle minoranze Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia.
Al di là dell’esito di questo tentativo, il tema della tassazione dei frontalieri resta d’attualità. La Svizzera, che ha già ratificato l’accordo di revisione dei patti del 1974 sottoscritto dal governo Renzi, attende con impazienza -e preme a livello diplomatico- affinché l’Italia faccia lo stesso, ma da Roma finora non è arrivato alcun segnale. Il nuovo accordo internazionale allinea la tassazione dei lavoratori frontalieri a quella italiana e, progressivamente secondo tempi prestabiliti, porterà chi lavora nella Confederazione a integrare le tasse elvetiche in Italia.