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songa luigi

NOVARA – 29.12.2019 – Potrebbe essere domani

il giorno buono per la nomina del nuovo presidente di Atc Piemonte Nord. L’ente che gestisce circa 10.000 case popolari di Novara, Vercelli, Vco e Biella da più di un mese vive in una situazione di impasse politico-amministrativa. Con l’avvento del centrodestra in Regione era tutto apparecchiato per il cambio della guardia secondo le regole dello spoil system. Il presidente uscente, l’ex Pd (oggi in Italia Viva con Matteo Renzi) Giuseppe Genoni, di Novara, già a novembre aveva tracciato pubblicamente il suo bilancio, pronto a lasciare. E il Consiglio regionale (la legge prevede che l’assemblea di Palazzo Lascaris voti i cinque consiglieri e la giunta indichi presidente e vice) s’era prontamente espresso indicando la cinquina del cda, composta da: Marco Marchioni, avvocato di Baveno, in quota Lega; Leo Spataro, medico novarese di Forza Italia; Luigi Songa (nella foto), impiegato della Regione, già segretario provinciale di An, portavoce di Fratelli d’Italia ed ex assessore a Omegna; Piergiacomo Baroni, di Novara, espressione del civismo di sinistra; Emiliano Marino, del Pd, architetto di Castelletto Ticino. Tre di maggioranza, due di minoranza (nessun esponente territoriale per le province di Vercelli e Biella), con Marchioni designato presidente e Spataro vice.

Sembrava tutto fatto fin quando gli uffici della Regione non hanno “stoppato” la nomina di Marchioni, che ritengono violi la legge Severino. Poiché, come rappresentante di Baveno, l’avvocato è membro dell’Unione montana Cusio-Mottarone (ente con più di 15.000 abitanti, equiparato a un comune superiore), non può essere nominato. La sua, tecnicamente, è una “inconferibilità”, che vale per un anno dopo la cessazione dell’incarico. Marchioni s’è già dimesso dall’Unione e per dodici mesi non potrà assumere la presidenza di Atc. È per questo stallo che, da un mese, l’ente è privo di una guida. Prima di Natale Genoni, anche per forzare politicamente la mano, s’è dimesso da commissario di Atc. Ora la Regione ha fretta e, non potendo rifare tutto da capo, pare intenzionata a indicare Songa come presidente, con un accordo politico che lo vedrebbe dimissionario in favore del leghista a fine 2020.

La nomina, al di là del prestigio politico, ha anche un valore economico. Il presidente percepisce un’indennità di 60.000 euro lordi l’anno, il vice di 12.000, mentre i consiglieri un più modesto gettone di presenza da 30 euro lordi a seduta del cda, più il rimborso delle spese di viaggio.