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calderoni enrico
VERBANIA – 05.11.2015 – Meno profughi, a rotazione e

via gli irregolari. Sono queste le richieste avanzate oggi dal sindaco di Arizzano Enrico Calderoni al Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. il primo cittadino del centro collinare, già critico nell’immediatezza dei fatti di fine ottobre ha ribadito la sua posizione. “Che non ha colore politico e che non ha a che vedere con alcun partito – dichiara –. Come responsabile della sicurezza dei miei concittadini ho chiesto regole chiare e alcune misure per tenere la situazione sotto controllo”.

La prima riguarda il numero dei profughi ospiti. “Oggi ci sono 54 ragazzi – spiega – e secondo me sono troppi per una realtà come la nostra. Sono tanti anche da controllare e siccome gli operatori sociali non sono carabinieri che effettuano appelli e controlli stringenti, possono crearsi episodi spiacevoli”. Come, appunto, quello del 22 ottobre. “Mi sono recato subito sul posto e c’era una gran confusione – afferma –. Sono rimasto molto stupito che, all’arrivo dell’operatore della tv, le persone fuori abbiano inveito rifiutandosi di farsi riprendere e gridando all’indirizzo del cameraman. Perché è accaduto? Non ci dovrebbe essere nulla da nascondere…”. Calderoni è categorico nel dire – e l’ha chiesto al viceprefetto Michele Basilicata – che chi non ha titolo a restare se ne debba andare: “oggi a Cresseglio ci sono 9 persone che non hanno lo status di profugo: devono essere allontanati. Il problema, poi, sta a monte e non è l’accoglienza, ma l’ospitalità in mancanza di un serio progetto sulla loro permanenza”. Progetto che passa anche da un coinvolgimento nella comunità. “I Comuni non possono pagarli e questo è un fatto – prosegue –. Non vedo perché non possano partecipare come volontari alle attività. Oggi non è così e, a parte un ragazzo impiegato a Premeno, gli altri non fanno nulla e si rifiutano di farlo. Credo che, in questo senso, potrebbe essere utile una rotazione”.

La rotazione immaginata dal sindaco di Arizzano è tra i centri di accoglienza del Vco. “La troppa familiarità non crea integrazione – conclude – ma, al contrario, isola le persone. Quando c’è troppa confidenza si creano gruppi chiusi. Il sindaco di Craveggia ha detto che da loro queste persone sono molto attive: bene, se avranno modo di venire da noi magari coinvolgeranno anche gli altri in un meccanismo virtuoso”.