VERBANIA – 07.11.2015 – Colpi di falcetto, manganellate,
“barattolate” di gelato. Era la sera del 4 luglio 2013 e nel cortile di un condominio di Trobaso ci fu una lite tra vicini scoppiata in violenza e finita in tribunale con un processo che s’avvia a chiudersi e un altro non ancora iniziato. Al centro di tutto c’è il dissidio tra la famiglia Zanellato-Mantovan e Massera-Bianchi, vicini di casa che hanno litigato per quelli che si definiscono futili motivi. Anzi, futilissimi: gli aghi di pino che Zanellato avrebbe volontariamente lasciato nel posto auto dei vicini dopo aver ripulito il suo e che, dopo qualche giorno, i Massera hanno spostato su quello del vicino.
La tensione è iniziata lì e, dopo insulti e offese, ha avuto un epilogo qualche giorno dopo, in cortile. Quella sera Gian Carlo Massera, che posteggiata l’auto stava parlando al cellulare con un cliente, vide il vicino dirigersi verso il garage e decise di chiedergli conto delle pesanti offese rivolte alla moglie. Ne nacque una discussione durante la quale Zanellato impugnò e agitò verso il rivale un falcetto. Su questo fatto c’è la testimonianza di un carabiniere vicino di casa che, dopo aver assistito alla scena dalla finestra, scese di corsa trovando Massera sanguinante e intervenne per sedare la rissa. Su quanto accaduto in quelle fasi concitate non ci sono testimoni “neutri”, se non le parti interessate. Secondo Massera e la moglie,egli fu colpito una o due volte di striscio dal falcetto e al corpo da un manganello che la signora Zanellato, accorsa nel frattempo, aveva prelevato da una scatola degli attrezzi. Secondo gli Zanellato la ferita al capo fu provocata dalla moglie con un barattolo di gelato alla pesca e vaniglia appena prelevato dal freezer e presentato come prova.
Il processo è approdato di fronte al giudice monocratico perché le lesioni di Massera, certificate al Dea, sono aggravate (e quindi perseguibili d’ufficio, senza querela di parte, che peraltro nel caso di specie non c’è) per via dell’uso dell’arma. Va anche detto che contro di lui, su querela di Zanellato, è prossimo a aprirsi un processo dal giudice di pace per le lesioni semplici subite dalla moglie, che quella sera fu trasportata al Dea del “Castelli” in ambulanza. Nell’udienza di ieri il giudice Rosa Maria Fornelli ha invitato le parti a trovare una conciliazione per limitare il danno, rinviando il processo al 18 dicembre.