VERBANIA – 04-02-2020 – “Abbiamo avuto risposte non soddisfacenti
a una decisione che riteniamo profondamente iniqua. Ci schieriamo in difesa dei cittadini e da domani i nostri aderenti firmeranno il documento dei sindaci del Verbano”. Arriva in chiusura di dibattito, poco prima del voto, lo strappo di Fratelli d’Italia sulla sanità. Il 16 novembre, giorno del Consiglio comunale aperto che portò al palasport mille persone, la posizione del partito che (insieme a Forza Italia) è maggioranza a Torino insieme alla Lega, fu interlocutoria. Rispetto al piano annunciato dal governatore Alberto Cirio e dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi, il capogruppo Damiano Colombo disse che avrebbero avuto un incontro politico in separata sede. Quell’incontro è avvenuto e, a certificarne l’esito, è stato lo stesso Colombo che, intervenendo a Palazzo Flaim sulla mozione della Lega, non solo ha votato contro, ma s’è spinto oltre, annunciando l’adesione al documento dei sindaci del Verbano che, spedito a Torino con più di 12.000 firme (“ma adesso siamo già a 15.000” – ha detto il presidente del Consiglio comunale Giandomenico Albertella e a maggio candidato sindaco del centrodestra) non ha ancora avuto risposta.
Con Fratelli d’Italia, almeno a Verbania, contraria al progetto di riforma della sanità, così come le civiche “Insieme per Verbania” e “Prima Verbania” (nata proprio dagli ex leghisti che non accettarono quella soluzione) si rompe del tutto il fronte del centrodestra, nel quale resta il rebus della posizione di Forza Italia; e si allarga quel fronte trasversale che ormai orienta il dibattito sulla sanità su una questione territoriale: il Verbano (e parte del Cusio) per l’ospedale unico baricentrico, l’Ossola per i due ospedali e il nuovo nosocomio domese.