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VERBANIA – 05-02-2020 – Chiedono approcci terapeutici

diversi, moderni. Cure che ritengono migliori, che vorrebbero passasse loro il sistema sanitario nazionale e che, per avere le quali, hanno portato l’Asl in tribunale. Si sono aperte stamane, in contemporanea nelle aule di cinque diversi giudici della sezione civile del Tribunale di Verbania, le cause intentate da 13 famiglie (la quattordicesima, residente nell’Aronese, s’è rivolta a Novara) che gravitano attorno alla sezione Vco dell’Angsa, l’Associazione nazionale genitori soggetti autistici. Rappresentate dagli avvocati Alessandro e Filippo Liverini, hanno presentato un ricorso urgente contro l’azienda sanitaria locale. Che, difesa dall’avvocato Ignazio Pagani, prima ancora di entrare nel merito della questione, ha sollevato un’eccezione di competenza. Ritenendo che il tribunale preposto a discutere questa materia sia il Tar, ha chiesto ai magistrati di rinviare la questione al Tar Piemonte. Se ne riparlerà il 10 marzo, data alla quale sono stati aggiornati i procedimenti verbanesi. Quello di Novara, invece, è fissato al 13 febbraio.

L’oggetto del contendere è il metodo Aba, acronimo di Applied Behavioral Analysis. Sviluppato in California a partire dagli anni ’60, si basa sulla scienza del comportamentismo, impiegando terapisti che, in un rapporto diretto 1:1 (un operatore e un paziente), lavorano per regolare i comportamenti del soggetto. La tecnica ben si adatta a chi soffre della sindrome dello spettro autistico ma -e questo è uno dei motivi perché Aba non ha una larga diffusione- comporta costi elevati. I ricorrenti, sottolineandone la validità scientifica, ritengono che, seppur non adottato dalle Asl, debba essere a carico delle Asl e del sistema sanitario nazionale, di modo che sia economicamente accessibile a tutti.