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DOMODOSSOLA- 09-11-2015- Il movimento Una in un comunicato stampa

a firma dei coordinatori Doris Tartari e Mario Gesù intima ai sindaci della "rappresentanza" Asl del Vco di non votare sulla questione ospedale: “Alla rappresentanza dei sindaci dell'Asl Vco, (di Domodossola, Omegna, Premosello, Quarna sopra, Verbania), che si riunisce oggi presso la sede della direzione generale a Omegna- si scrive nel comunicato- diciamo di non votare sulla questione ospedale unico poiché riteniamo che non ne abbiano titolo come non ne hanno più moltissimi altri sindaci del territorio, giacché precedentemente, hanno assunto impegni diametralmente opposti a questa imposizione della Giunta Regionale del Piemonte. La quasi totalità di costoro ha difeso a spada tratta il loro ospedale esistente, Castelli a Verbania e San Biagio a Domodossola, (in Ossola anche in occasione di grandi manifestazioni popolari). Per questi loro impegni nei confronti dei propri elettori, spesso anche ripetuti nei programmi elettorali e in delibere consiliari, non sono legittimati a fare propria una decisione agli antipodi degli impegni presi e, se hanno cambiato opinione, non possono che chiedere una consultazione popolare che metta in campo proposte credibili sulle quali chiedere il voto della gente. Diversamente sarebbe un gravissimo vulnus alla democrazia e alla volontà popolare. Il nostro movimento pensa anche che l'ospedale unico potrebbe essere un diversivo di Chiamparino, Reschigna e Saitta, di rinviare, per timore delle elezioni amministrative soprattutto a Domodossola, la decisione della chiusura di un DEA, tra il Castelli di Verbania e il San Biagio di Domodossola, con questa ultima probabile vittima sacrificale. Il nostro movimento boccia l'indicazione do Chiamparino & C. di farlo costruire dai privati. Mentono su quest’aspetto accennando a disponibilità di fondi per investimenti disponibili nel prossimo futuro e omettono di dire con chiarezza che non lo si costruisce con fondi prevalentemente totalmente privati e contraendo un debito a lunghissima scadenza da scontare con un "fitto" salato il cui costo annuo sarà notevolmente superiore a quello del mantenimento dei due DEA e con spesa corrente. L'esperienza di ospedali costruiti con tale metodo ci dice che le spese di gestione sono abnormi perché non si tiene conto di quest’aspetto da parte del privato costruttore, per il semplice fatto che risparimerà sul costo di costruzione. Chiediamo pertanto, se vera la proposta di ospedale unico, che sia realizzato con le risorse in conto investimenti con appalto pubblico. Basta un minimo di documentazione per rendersi conto di come hanno valutato negativamente in tantissimi, per esperienze simili in altre regioni; molto efficacemente ha titolato recentissimamente Senza soste.it, "Come spennare il pubblico a vantaggio del privato". Avviene nella concessione della costruzione e della gestione degli ospedali ai privati con il metodo del «project financing», il sistema copiato dalla sanità inglese e lì giudicato ormai «totally discredited». Una speculazione al limite di una truffa poiché il privato ha interesse a spendere il meno possibile nei costi di fabbricazione dell’ospedale e risparmiare sulla qualità della struttura facendo lievitare i costi di gestione. Essi variano dal 30, 40, 50% in più della gestione pubblica. (fonte Luca Benci). Inoltre ci garantiscano: Tempi veloci e senza sprechi, (riprendendo progetto di Piedimulera con progettista Renzo Piano e consulente Veronesi), siamo contrari ad altre localizzazioni e rigettiamo l'invenzione del baricentro demografico che non tiene conto che il nord della provincia non ha altri riferimenti prossimi che il San Biagio, mentre a sud vi sono molte altre possibilità sia nel Piemonte sia in Lombardia. Oggi Omegna è in posizione equidistante tra Verbania, Borgomanero e Domodossola. Del resto 5 - 10 minuti di superstrada non dovrebbero essere un problema per nessuno. Per motivi di tempistica che si accorcia, riproponiamo che, se ospedale unico si deciderà, dovrà essere quello previsto a Piedimulera. Però solo col consenso popolare, e, in ogni caso, a determinate condizioni quali: 1- la certezza di una fase transitoria senza toccare i due Dea, 2 - una destinazione importante del Castelli e del San Biagio che dovrà avere una ricaduta non solo sanitaria e sociale ma anche economica sul territorio particolarmente per Domodossola e l'Ossola che sono stati depredati di tutti i servizi, infine e più di ogni altra cosa, un confronto ampio e con proposta da far condividere al popolo con un referendum per convincere la gente a scegliere l'ospedale unico in luogo del Castelli e San Biagio”.