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VERBANIA – 08-02-2020 – La notizia

dello sconto di pena deciso dalla Corte d’Appello gli è arrivata in carcere, dove si trova da un paio di settimane per una misura di custodia cautelare che è stata aggravata dal gip. Fino a poco tempo fa, infatti, il giovane cusiano Omar Piccoli scontava ai domiciliari, nella sua abitazione di Nonio, la detenzione stabilita a seguito dell’omicidio preterintenzionale dello zio Marino Gallarotti. Era tenuto sotto controllo grazie al braccialetto elettronico, un dispositivo dotato di gps che indica in tempo reale, ventiquattro ore su ventiquattro, la posizione di chi lo porta. Impossibile evadere, a meno di non alterare l’apparecchio. Ed è ciò che l’autorità giudiziaria contesta al venticinquenne di Nonio: l’aver manomesso il braccialetto elettronico, motivo che ha indotto il gip a tramutare gli arresti domiciliari in custodia in carcere. A prelevarlo per portarlo nella casa circondariale di Pallanza, sono stati i carabinieri. Piccoli, difeso dall’avvocato Gabriele Pipicelli, sostiene che il braccialetto elettronico s’è guastato da solo e non ha subito manipolazioni, ragion per cui valutano di presentare un’istanza di revisione della misura cautelare.